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Birre d’Italia, i produttori toscani premiati: due i riconoscimenti speciali

di Irene Arquint
Birre d’Italia, i produttori toscani premiati: due i riconoscimenti speciali

Eccellenze delle produzioni brassicole artigianali. Lo dichiara la guida alle Birre d’Italia di Slow Food

17 giugno 2024
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Santi, poeti, navigatori e da oggi anche ottimi mastri birrai. La Toscana spicca fra le eccellenze delle produzioni brassicole artigianali. Lo dichiara la guida alle Birre d’Italia che ogni due anni Slow Food fa uscire in libreria. Due i premi nazionali (su nove) e ben diciotto quelli regionali, per 35 opifici toscani in guida, 5 beerfirm, 2 produttori di sidro e 80 locali.

Partendo dai riconoscimenti speciali, la nostra terra se ne aggiudica due, che abbracciano un po’ l’intero ciclo: dalla produzione al consumo. Il premio "Costanza" assegnato a Francesco Mancini di Birrificio del Forte, sottolinea la capacità di essere creativo e insieme una garanzia per costanza nella produzione. E con 16° è la sua Birrasanta l’etichetta a più alta gradazione. Quindi il Premio "Migliore selezione di birre alla spina" al pub Archea Brewery di Firenze. L’edizione appena presentata racconta 511 realtà italiane per un’ottantina di novità tra produttori di birra e di sidro, sette delle quali sono toscane (Comedia, la Collina, Mostro Birraio, Mudita, Podere Fatucchio, Poggio Rosso, San Girolamo), recensisce 2767 etichette, alle quali si aggiungono 785 locali. Sono 46 i produttori di sidro a cui è dedicata una scheda per 133 etichette. «La nostra è una fra le regioni locomotiva d’Italia, con qualità in costante miglioramento - spiega Francesco Ranzani, coordinatore locale insieme a Simone Cantoni – Lo dice il numero di Chiocciole, ossia i migliori birrifici per Slow Food che da 2 crescono a 3, e le Eccellenze vale a dire quelli che esprimono un’elevata qualità media su tutta la produzione, che da 6 passano a 7». Ed ecco quindi tra le migliori pilsner ceche spiccare la Samar del birrificio Mudita, fra le stout di stampo inglese la Rubuslurm con aggiunta di lamponi che La Diana ha realizzato in collaborazione con il Chianti Brew Fighters.

Non mancano le specialità in cui si utilizzano mosti d’uva e le maturazioni avvengono in botti che un tempo conservavano vino, come la Limes di Brùton prodotta con mosto da Vermentino della Fattoria di Magliano o la Birrasanta del Birrificio del Forte. Fra le ultime tendenze ci sono poi le realtà che coltivano direttamente orzo e luppolo, fatto che ha spinto Slow Food ad inserire l’ulteriore premio Filiera, aggiunto alle Chiocciole (3 in regione: Birrificio del Forte, Cantina Errante, La Diana), alle Eccellenze (Brasseria della Fonte, Brùton, Calibro 22, Chianti Brew Fighters, Degged, La Stecciaia, Piccolo Birrificio Clandestino) e ai Locali eccellenti (Archea Brewery di Firenze, La Torre del Luppolo di Pisa). «In Toscana abbiamo 6 premi filiera: La Stecciaia, Podere Fatucchio, Podere La Berta, Poggio Rosso, La Diana, Cantina Errante Sidro – prosegue Francesco Ranzani - Un riconoscimento legata al mondo della buona agricoltura. La Stecciaia per i cereali si appoggia all’azienda biodinamica Podere Pereto. E fra le novità della guida di quest’anno c’è Podere Fatucchio, aperto da poco più di un anno nel cuore del Casentino da due ragazzi fiorentini. A livello nazionale insieme al Piemonte la Toscana è la prima regione per numero di premi Filiera. Un aspetto che rispecchia il nostro animo agricolo».

 

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