Il Tirreno

Le vie del gusto

Il gin parla toscano e unisce fragranze con le opere d’arte

di Irene Arquint
Il gin parla toscano e unisce fragranze con le opere d’arte

La base di bacche di ginepro dell’Appennino si arricchisce di piante, erbe e fiori selvatici

4 MINUTI DI LETTURA





Dalla Primavera del Botticelli ai murales, con una bottiglia a fare da tela. Un contenitore colmo di storia, simbologia e non ultimo un gin tutto toscano. Il distillato creato con le erbe da cui i pittori nel Rinascimento ricavavano i colori per le loro opere, lancia la nuova etichetta disegnata da una street artist romana. Non per niente si chiama Ginarte e celebra l’arte e la bellezza. Lo fa da Panzano, nello specifico nella Tenuta degli Dei, l’azienda agricola in cui da piccolo Tommaso Cavalli passeggiava con il padre Roberto che l’acquistò negli anni Settanta. Oggi produce vino e dal 2018 questo distillato di bacche di ginepro selvatico particolarmente aromatiche che nascono nell’Appennino toscano.

Tredici le botaniche che differenziano Ginarte dagli altri, a cui si associa qualche variazione, come è stato per lo yuzu nell’edizione speciale dedicata a Drink Kong, il pluripremiato cocktail bar romano a firma Patrick Pistolesi. Il noto barman ha anche ideato monodose pronte da bere ispirate a grandi classici: Negroni, Artly Panky (in onore del cocktail inventato al Savoy di Londra), Arte Mela (omaggio alla dolcezza e all’acidità del frutto proibito), Lotus (un gin sour fresco).

Fra le botaniche utilizzate spiccano erbe che nel Rinascimento servivano da pigmento per i colori dei grandi pittori. Dalla nepitella infatti si estraeva il verde, dal cartamo, dalla reseda odorata e dalla robbia il giallo e il rosso, mentre dal guado di Montefeltro il blu utilizzato da Piero della Francesca. A queste la ricetta aggiunge altre piante e fiori come lavanda, sambuco, pino mugo. Come regola vuole, le note principali sono comunque quelle del ginepro che, raccolte esclusivamente in alcune aree dell’Appennino toscano, vengono infuse in alcool puro da frumento al 65% circa e poi distillate in alambicco discontinuo sottovuoto per preservarne anche i profumi più delicati. Vengono inoltre aggiunti nepitella, cartamo, reseda odorata, robbia e guado di Montefeltro, anch’essi infusi separatamente in alcool puro da frumento e poi distillati. Infine angelica, lavanda, ibisco, fiori di sambuco, germogli di pino, pino mugo e aghi di pino fatti infondere, tutti insieme, anch’essi in alcool puro.

I tre infusi distillati, vengono poi miscelati tra loro e lasciati riposare per alcuni giorni prima di aggiungere acqua di ghiacciaio, per mitigare la gradazione. Dopodiché si passa alla fase di filtrazione a bassa temperatura su pannelli di cellulosa purissima, che hanno il compito di trattenere eventuali parti oleose ancora presenti nella miscela. Finché giunge finalmente il momento di imbottigliare.

Manuela Merlo è stata chiamata a disegnare l’ultima veste del distillato fiorentino, dopo le tre etichette realizzate dal pittore olandese Lou Thiessen, reinterpretazione delle opere dell’artista manierista del XVI secolo Pontormo, e le due edizioni dedicate a Frida Kahlo. Un’etichetta, quella lanciata ieri, moderna, giovane e libera da preconcetti, proprio come Manuela Merlo. In arte Uman, dopo i passaggi in pittura ad olio ed acrilico, l’artista oggi si esprime attraverso la street art, di cui lascia traccia in numerosi interventi su muri ed edifici nei quartieri capitolini.

Il disegno scelto per l’ultima bottiglia di Ginarte tratteggia una figura femminile, simbolo e personificazione dello spirito dell’arte e spirito guida, con mani giunte mentre un pennello tinge il suo volto con un tratto di colore rosso vivo. «Dopo il successo delle precedenti collaborazioni volevamo esplorare forme artistiche nuove, più vicine a un pubblico giovane – afferma Francesco Bargellini, responsabile marketing e commerciale Ginarte – Da qui la collaborazione con Uman, nelle cui mani il nostro gin e la nostra bottiglia, diventano una tela bianca, un muro, un mezzo di espressione e comunicazione per i disegni di Manuela e della sua street art. È questo un progetto che vogliamo portare avanti, continuando a coinvolgere creativi affermati e nuovi talenti».

Ad appena due anni dal lancio, Ginarte è presente in oltre venti mercati mondiali, già in luoghi simbolo fiorentini come il Four Seasons, Portrait, Gucci Garden, il Locale, ai quali si aggiungono Jeffer a Pisa, Alphonse a Livorno, il Cardellino a Castiglioncello, Sparkling a Porto Santo Stefano, Lab a Pietrasanta in Versilia, Funi a Montecatini Terme, Busca Vida a Cecina.

Matteo Di Ienno de Il Locale di Firenze, cocktail bar dell’anno 2019 ai Barawards e al 39° posto nella classifica dei World’s Best Bars, ha creato le tre ricette a lato ispirandosi a ingredienti di stagione.
 

Primo piano
Il guasto

Blackout in centro a Firenze, il caldo spegne la città: dai Pos bloccati ai freezer spenti, chiusi i negozi

Speciale animali