Il Tirreno

Musica

Torna Alice e canta Battiato: «Mi sento strumento del suo infinito genio»

di Luca Trambusti
Torna Alice e canta Battiato: «Mi sento strumento del suo infinito genio»

La “musa” interpreta sedici brani del maestro siciliano nel nuovo disco “Eri con me”. Un arrangiamento unico per orchestra e piano: «Sono strumento del suo genio»

26 novembre 2022
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È da ieri disponibile (in solo formato fisico) “Eri con me”, l’album con cui Alice rilegge sedici brani di Franco Battiato, riarrangiati in chiave orchestrale e suonati dai Solisti Filarmonici Italiani e un pianoforte. L’idea ha radici lontane, nelle prime collaborazioni tra la cantante e il musicista siciliano negli anni ’80 con gli indimenticabili brani “Il vento caldo dell’estate”, “Per Elisa”, “I treni di Tozeur”. Dal 2020 invece Alice (Carla Bissi) porta in scena delle rivisitazioni del repertorio di Battiato e da lì, in circa un anno e mezzo, si è concretizzato questo nuovo intenso lavoro di rilettura. «Mi sono sempre ricollegata a lui in diverse fasi delle nostre carriere – dice – ho sempre avuto il piacere e il desiderio di cantare alcune sue canzoni, non tutto il repertorio che è enorme e meraviglioso. Ho scelto i brani in base a ciò che sentivo potermi appartenere pienamente e in relazione ai miei limiti e possibilità canore». Tra i brani del disco ci sono canzoni già rilette da Alice e altre new entry. «Sento - dice Alice - di essere uno strumento di ciò che Franco ha trasmesso musicalmente e che io ha veicolato coscientemente. Franco ci ha lasciato un bene prezioso che va alimentato e tenuto sempre vivo, anche se non sarebbe necessario perché le sue opere raccontano cultura e pensiero dell’autore, il suo sentimento e il grande talento». La frequentazione umana e artistica tra Alice e Battiato ha permesso alla cantante di entrare molto bene nell’universo del cantautore siciliano. «Ho avuto modo di conoscere e capire Franco ancora di più cantandolo in circa 90 concerti, cogliendo sfumature e aspetti che prima non avevo colto. Da lui sono arrivate cose di cui le persone hanno bisogno, un nutrimento a un altro e alto livello, in un mondo violento e arrogante dove si cerca solo il bene per sé stessi dimenticandosi dell’altro. L’umanità ha fatto un enorme salto sul livello scientifico e tecnologico ma su un altro piano siamo in bilico. Franco aveva una visione di questo mondo che era lucida e “esterna”, vedeva dall’alto non da destra o da sinistra. Ha portato costantemente la qualità, la conoscenza e l’esperienza relativamente a ciò che per lui, e anche per me, contava, cioè che prima o poi si capirà che è importante la condizione spirituale e non quella materiale». La track list del disco (Cd e doppio vinile) presenta molte hit del repertorio: tra le altre “E ti vengo a cercare”, “La cura”, “Povera patria” (in questa fulminante sequenza) “La stagione dell’amore”, “I treni di Tozeur” in versioni che ne esaltano la bellezza compositiva con un’ottima interpretazione. «Il brano più difficile tecnicamente da interpretare è stato “Sui giardini della preesistenza”, sul piano emotivo ho fatto i conti con “Io chi sono?”, “La cura” e “Torneremo ancora”».
 

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