Rissa al presidio sindacale a Prato, la Procura indaga: sette feriti e l’ombra dello sfruttamento
Sette feriti in una rissa davanti al ristorante La Scintilla durante un presidio di Sudd Cobas. La Procura di Prato apre un’inchiesta per lesioni personali aggravate e valuta anche il reato di sfruttamento dei lavoratori, inserendo l’episodio nel clima di crescente tensione sindacale che attraversa il territorio
PRATO Una rissa durata sette minuti, sette feriti, bottiglie rotte e sangue sull’asfalto di via Galcianese. È su questo che la Procura di Prato ha acceso un faro, ma soprattutto su ciò che sta sotto la superficie: una vertenza sindacale che dal distretto industriale si è spostata nelle cucine di un ristorante, portandosi dietro tensioni, rancori e un clima che il procuratore capo Luca Tescaroli definisce senza giri di parole «un dilagare di manifestazioni delittuose nel Pratese».
È successo ieri sera davanti al ristorante La Scintilla, da giorni al centro di un presidio promosso da Sudd Cobas a sostegno dei lavoratori, impegnati a rivendicare orari sostenibili e turni regolari. Secondo la ricostruzione di Procura e Squadra Volanti, supportata dalle immagini delle telecamere, tutto nasce da un diverbio tra un uomo cinese di 45 anni e i manifestanti. L’uomo avrebbe afferrato per un braccio un lavoratore pakistano, cercando di trascinarlo dentro il locale. Gli altri intervengono, lo liberano, e la colluttazione degenera rapidamente in rissa.
Dal ristorante escono altri due uomini: uno getta acqua sui manifestanti, l’altro tenta di allontanare il 45enne. Lo scontro si sposta anche all’interno del locale. Il bilancio finale parla di sette feriti. Il più grave è lo stesso 45enne, con un trauma facciale e dieci giorni di prognosi. Ferita anche la proprietaria del ristorante, 41 anni, contusa a un braccio. Un giovane italiano di 23 anni viene colpito alla testa con una bottiglia, mentre cinque manifestanti pakistani finiscono al pronto soccorso per contusioni, colpi di vetro e perfino un morso che lacera un dito.
La Procura procede per lesioni personali multiple aggravate e valuta anche l’ipotesi di sfruttamento dei lavoratori. Le indagini coinvolgono la Digos e si inseriscono, sottolinea Tescaroli, in una contrapposizione sempre più frequente tra sindacati e datori di lavoro di nazionalità cinese, «che genera il ricorso alla violenza».
Per Sudd Cobas si tratta dell’ennesima aggressione a un presidio sindacale: la quarta da settembre. Il sindacato denuncia un’escalation e chiama la città a una risposta collettiva, chiedendo alle istituzioni un segnale concreto sulla tutela del diritto di sciopero. Oggi, nello stesso luogo, è stato convocato un nuovo presidio per le 18. Perché, dicono, la violenza non fermerà la richiesta di diritti.
