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Prato, dopo 16 anni la “mezzaluna” torna a casa davanti al Pecci: perché è un simbolo per la città

di Riccardo Tempestini
Prato, dopo 16 anni la “mezzaluna” torna a casa davanti al Pecci: perché è un simbolo per la città

Fu tolta nel 2009 e messa in un parcheggio prima di finire in un campo sportivo nella zona di Iolo

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PRATO. La “mezzaluna” torna a casa. Per i pratesi insieme alla Colonna spezzata dei Poirier, è sempre stata il simbolo del Museo Pecci, aperto nel giugno del 1988 grazie alla lungimiranza di Enrico Pecci, ma anche del Comune, della Cassa di risparmio, dell’Unione industriale e della settantina fra aziende e privati cittadini che credettero in un futuro culturale contemporaneo per la nostra città. Da allora tanto è cambiato, la CariPrato non c’è più, non abbiamo un sindaco, l’Unione è alle prese con un tessile sempre più in declino e i soci fondatori sono rimasti una trentina.

Ma da oggi la città si riappropria di un suo simbolo grazie alla mezzaluna, ovvero la scultura “Prato ’88” di Mauro Staccioli, restaurata e ricollocata sulla collinetta antistante il museo per volontà del Comune e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e dei soci fondatori. Ieri mattina alla presentazione dell’opera sono intervenuti Claudio Sammartino, commissario straordinario per il Comune di Prato, Attilio Maltinti presidente dell’Associazione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, Eugenio Giani, presidente della Regione, Diana Toccafondi presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Stefano Collicelli Cagol direttore del Centro Pecci, Stefano Pezzato, responsabile collezione e archivi del Centro, e Giulia Staccioli, figlia di Mauro e presidentessa dell’Archivio Staccioli. Erano presenti anche l’ex sindaco Matteo Biffoni, ora consigliere regionale, l’ex assessore alla cultura Simone Mangani, Alberto e Paola Pecci, Silvia Cangioli Pecci e alcuni soci fondatori.

Il Comune ha finanziato il riposizionamento con 220mila euro, la Fondazione Cassa di Risparmio con 19 mila euro. Di proprietà del Comune e dell’Associazione Centro Pecci, la scultura testimonia l’impegno preso dal Comune nel 2023 e ora portato a compimento con la sua ricollocazione, sotto l’attento controllo dell’architetto Antonio Silvestri del Comune, insieme all’ingegner Federico Mazzoni e all’architetto Maurizio. L’odissea della mezzaluna insieme ad altre opere poste nel giardino del museo era iniziata nel 2009, quando furono rimosse per consentire i lavori di ampliamento del museo, grazie al nuovo progetto realizzato dall’architetto Maurice Nio. Lo scheletto della scultura, che dalla fondazione del Centro Pecci fino ad allora era stata posizionata dove c’è il parcheggio dell’Art hotel, con la punta rivolta verso la Declassata, fu prima appoggiata lungo la strada, poi lasciata in un ex campo sportivo a Iolo, infine sistemata in un capannone comunale del Macrolotto, dove è rimasta fino a qualche mese fa. Da oggi aperta anche la mostra di documentazione Ri-pensare la scultura di Mauro Staccioli, con ingresso gratuito, allestita nella sala incontri sino a martedì 6 gennaio. 
 

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