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Prato, il re della droga cinese si libera delle manette e fugge dalla Questura

di Paolo Nencioni
Prato, il re della droga cinese si libera delle manette e fugge dalla Questura

Un trentottenne ha fatto una mossa alla Houdini ed è riuscito a scappare dopo essere stato arrestato

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PRATO. L’anno scorso ha evitato il carcere grazie a un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che gli ha imposto il divieto di dimora nelle province di Prato, Firenze e Pistoia, nonostante la Procura avesse proposto per lui una cella alla Dogaia. E giovedì 10 luglio, proprio quando stava per essere portato nella casa circondariale, è riuscito non si sa come a togliersi le manette mentre era in Questura ed è scappato.

Lo spacciatore cinese Jang Bobo, 38 anni, ha fatto una mossa alla Harry Houdini, l’illusionista americano diventato famoso perché riusciva a liberarsi da corde e manette, ed è di nuovo uccel di bosco.

La squadra mobile della polizia lo aveva arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione ottenuto dalla Procura grazie al ricorso al Tribunale del riesame, dopo che il gip si era limitato al divieto di dimora.

Il 2 febbraio 2024 Jang Bobo, già condannato per detenzione e spaccio di stupefacenti, mentre era sottoposto all’obbligo di firma fu trovato in possesso di 20 grammi di metamfetamina, una pistola calibro 45 con cinque proiettili d’argento e vari attrezzi da scasso. Dall’esame dei suoi telefoni cellulari emerse che Jang era il punto di riferimento nella comunità cinese per lo spaccio di droga e il commercio di documenti contraffatti.

Un anno dopo, quando la polizia è andato a prenderlo, si è scoperto che il divieto di dimora non gli aveva fatto cambiare abitudini, visto che lo hanno trovato in possesso di 500 grammi tra shaboo e ketamina, un passaporto di Taiwan e due telefoni cellulari ora all’esame degli inquirenti. Ma evidentemente Jang Bobo non aveva alcuna intenzione di finire alla Dogaia ed è riuscito a beffare i poliziotti liberandosi delle manette prima di raggiungere l’ingresso della Questura e scomparire nel nulla.

Il procuratore Luca Tescaroli in una nota spiega che la fuga è stata possibile grazie anche «all’inadeguatezza degli organici della pure efficiente squadra mobile».

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