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Prato, l'arresto del colonnello Turini: i voti per la candidata di Fratelli d'Italia e la cantina troppo fornita

Prato, l'arresto del colonnello Turini: i voti per la candidata di Fratelli d'Italia e la cantina troppo fornita

I due spunti da cui è partita l'indagine: una presunta caccia ai voti e la collezione di vini da 31mila euro

17 giugno 2024
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PRATO. Un presunto interessamento per trovare voti a una candidata di Fratelli d’Italia al consiglio comunale di Poggibonsi e una cantina forse un po’ troppo ben fornita. Sono gli sviluppi, emersi durante l’udienza a l Tribunale del riesame, dell’inchiesta che il 30 maggio ha portato all’arresto del tenente colonnello Sergio Turini, comandante della Compagnia dei carabinieri di Prato, accusato di corruzione per presunti favori all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, socio di maggioranza del Gruppo Colle di Cantagallo, e all’investigatore privato torinese Roberto Moretti. Ora Turini è agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico, Matteini Bresci chiederà domani al Riesame la revoca dei domiciliari e Moretti è rimasto in carcere perché ha risposto al telefono a un cliente violando il divieto.

Caccia ai voti

Nel corso dell’udienza al Riesame sulla posizione di Turini gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia (Tescaroli, Gestri, Boscagli e Petrocchi) hanno mostrato al difensore del colonnello, Giovanni Renna, altri atti. In particolare intercettazioni telefoniche tra Turini e Simona Codevilla, candidata di Fratelli d’Italia al Comune di Poggibonsi, che non risulta indagata, nelle quali l’ufficiale, che in passato ha prestato servizio proprio a Poggibonsi, sembra mettersi a disposizione della candidata per farla votare alle comunali dagli ospiti di una casa di riposo. «Gli dico io cosa votare, votano tutti, va portato i santini» si legge nelle intercettazioni. E lei: «Glieli porti tu (i “santini”, ndr)». La replica: «Insomma sì, tutto ha un prezzo». E la chiusura: «Tu portali, fammi votare e poi alla fine, se vengo eletta, pago il mio pegno». Il candidato sindaco di Fratelli d’Italia è andato al ballottaggio e non si sa ancora se la candidata verrà eletta.

Le baracche “moleste”

Nelle carte depositate dagli inquirenti c’è anche un presunto interessamento di Turini nei confronti del proprietario di alcune baracche che sembra dessero fastidio all’imprenditore Matteini Bresci che voleva allargare l’azienda. Il proprietario delle baracche non le voleva vendere e avrebbe ricevuto la visita di Turini che voleva convincerlo a farlo prospettando il rischio che potessero essere demolite. Un geometra assicurò che le baracche non sarebbero state demolite, ma alla fine il proprietario si è deciso a vendere e dice che la visita di Turini ha avuto il suo peso.

La cantina (troppo) ben fornita

Agli atti dell’inchiesta c’è anche la perizia di un esperto i vini sulle bottiglie trovate nella disponibilità del tenente colonnello. Che sarebbero addirittura 500, e non stiamo parlando di Tavernello. Tra le bottiglie censite ci troviamo un Tignanello da 450 euro, due Le Pergole torte Montevertine da 700 euro e una magnum di Sassicaia del 2003 da 750 euro. Complessivamente, secondo il consulente della Procura, quella cantina vale sui 31.000 euro. E i magistrati si sono fatti una domanda: può un ufficiale dei carabinieri, che non guadagna poco ma non è un nababbo, permettersi una cantina da ristorante stellato? Il loro sospetto è che quei vini siano regali in cambio di altri favori, ma quest’accusa, come quella del voto di scambio, non figura nell’ordinanza di custodia.
 

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