Il Tirreno

PRATO. Proprio nel giorno in cui è ripartito il campionato di Promozione, dove gioca il Maliseti Seano, ci ha lasciato Carlo Agliana non un dirigente ma chi per tante domeniche (oltre 15 anni) si è sempre seduto in panchina accanto agli allenatori e ai giocatori della formazione amaranto. Era un punto di riferimento per tutti i tecnici perché faceva le note da consegnare all’arbitro e quando le portava Agliana tutti erano sicuri che non c’erano imperfezioni perché era un perfezionista ma con il cuore. Era un punto di riferimento soprattutto per i tanti ragazzi che approdavano in prima squadra dopo la trafila delle giovanili. Sapeva dare una pacca sulla spalla a chi non aveva esperienza e dopo poco parlava con i senatori per poi farli entrare senza problemi nello spogliatoio. Aveva 82 anni e purtroppo dopo un intervento ci sono state delle complicazioni. Il periodo, di cui non parlava mai, senz’altro più terribile è stato quando il figlio Maurizio venne rapito nel 2004 in Iraq .
Ha raggiunto la moglie Licia e lascia due nipoti. «Siamo senza parole perché è come se mancasse un pezzo della nostra società – spiega il tecnico Fabbri – ogni giovedì mi chiamava per dirmi i diffidati e chi aveva ammonizioni e poteva essere squalificato. Tra l’altro l’anno passato è mancato il segretario e alla sue età aveva imparato a utilizzare il computer e faceva tutto. Una forza della natura e una persona straordinaria».
Anche l’ammnistrazione comunale ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Carlo Agliana, storico dirigente del Maliseti Seano Asd e anima vera della società sportiva di via Caduti Senza Croce. L’uomo era un punto di riferimento per l’intera squadra, gli allenatori, gli altri dirigenti e la scena calcistica locale.