La tragedia
Papa, il vescovo di San Miniato: «Ho conosciuto il Papa in Perù, mi sono commosso»
Testimonianze del vescovo Paccosi e di don Gronchi
PALAIA. «Un grande uomo di fede e con una grandissima coscienza universale della chiesa». Così il vescovo di San Minato Monsignor Giovanni Paccosi ieri sera, giovedì 8, ricordava come ha conosciuto il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, pochi minuti dopo la sua proclamazione in San Pietro, come Leone XIV. I due, infatti, oltre alla fede hanno un luogo del cuore in comune, il Perù, nazione nella quale il nuovo vescovo di Roma è stato per oltre 20 anni. La nazione sudamericana è stata per molti anni sede dell’attività di Paccosi. «Mi sono veramente commosso nel vedere la proclamazione – racconta il vescovo di San Miniato – Perché lo conosco da quando era vescovo in Perù e ho avuto varie occasioni per incontrarlo. Ho quindi avuto l’occasione di conoscere una persona che ha una profonda coscienza universale della Chiesa, essendo stato per 12 anni Generale dell’Ordine degli Agostiniani. È un uomo di cultura, conosce quattro lingue perché il padre è metà francese e metà italiano, mentre la madre era spagnola. E questo aiuterà ad avere un rapporto diretto con le tante anime della chiesa».
Il nuovo Papa, in Perù, è stato per molti anni vescovo a Chiclayo, città costiera del Perù settentrionale. Paccosi nel 2001 fu inviato come sacerdote nella diocesi di Carabayllo, nel distretto di Lima, dove è rimasto per quindici anni, svolgendo sia incarichi pastorali (parroco di Santa María de la Reconciliación) sia di docenza all’Universidad Católica Sedes Sapientiae. Per Comunione e Liberazione, poi, è stato responsabile per l’America Latina. «Me lo ricordo come un uomo di popolo, in mezzo alla gente – continua Paccosi. – In una parte dell’America dove c’è una povertà estrema. Una regione dove da vescovo ha saputo condurre la chiesa in una unità e comunione che si vedeva da lontano». «Un uomo mite, umile, missionario, sensibile verso i deboli».
Con poche don Maurizio Gronchi, presbitero della diocesi di Pisa, professore ordinario di cristologia alla Pontificia Università Urbaniana, nonché assistente spirituale di “Casa Ilaria”, e tra i promotori del progetto di accoglienza per persone fragili nato nel sito storico de La badia di Carigi di Montefoscoli descrive il nuovo Papa . «Ho avuto modo di incontrarlo solo a un pranzo ma ne ho avuta una buona impressione», specifica Gronchi, in viaggio per Milano. Sensazione confermata dai primi momenti pubblici di Prevost. «Era emozionato. I predecessori non mi ricordo di averli visti con le lacrime agli occhi», riflette don Maurizio.