Pontedera, Andrea torna a casa dopo 807 giorni di ospedale: l'incidente nel 2022 e il miracolo tra cure e riabilitazione
Il messaggio sui social: «Ritorno nella mia città, ringrazio tutte le persone che mi hanno assistito. Qualcuno lassù mi ha voluto bene»
PONTEDERA. Sono trascorsi 807 lunghi giorni da quando un terribile incidente stradale, avvenuto la sera di Natale nel 2022, ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia. I medici dell’ospedale di Cisanello e i primi soccorritori lo davano senza speranze, era in fin di vita.
Oggi Andrea Franceschini, 45 anni, di Pontedera, un passato da coach dell’under 17 del basket femminile Porcari, finalmente torna a casa. Chissà quante volte nel corso dei mesi Andrea avrà contato i giorni che gli restavano prima di poter riabbracciare gli amici.
Le parole
«Dopo che un’auto mi ha investito a Fornacette, vicino a “La voglia matta” – racconta con emozione – sono stato ricoverato tre mesi in rianimazione a Pisa, poi un anno e mezzo nell’ospedale di Montecatone, nell’unità spinale che tratta le lesioni midollari». Perché in seguito all’incidente Andrea è rimasto paralizzato. «Mio figlio è tetraplegico» aggiunge il padre Enio, che un anno e mezzo fa ha chiuso il bar La Loggia, in viale Italia, Fuori del Ponte a Pontedera per poter assistere nel miglior modo possibile il figlio. Anche nei momenti più bui Andrea non ha mai perso la speranza. La grande forza di volontà gli è stata d’aiuto. Una volta lasciato il centro di Montecatone, è stato ricoverato per una lunga fase di riabilitazione a Cecina nella residenza “Progetto Aurora” della Fondazione Cardinale Maffi. Tanti gli angeli incontrati negli anni. E ieri quando Andrea ha avuto la conferma che sarebbe stato dimesso da questo centro non ha trattenuto il suo desiderio di ritrovare gli amici di un tempo, quelli che magari incontrava anche nel bar della sua famiglia. Così, aiutato dal padre, ha scritto un bellissimo messaggio pubblicato sui social network.
Il messaggio
«Ebbene sì dopo 807 giorni si torna a casa. Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino in primis la mia famiglia, gli amici i colleghi tutti i dottori, gli operatori sanitari, i fisioterapisti logopedisti e tutte le persone che si sono prese cura di me. Ma un ringraziamento speciale questa volta lo voglio fare a me stesso che con l’aiuto di qualcuno lassù e con la mia testa dura ho raggiunto questo obiettivo che sembrava impossibile. È stato un percorso lungo e tortuoso e sicuramente non sarà tutto facile. Ma da domani (oggi 11 marzo, per chi legge, ndr) essere a casa mia a Pontedera sarà una gioia immensa. Chiaramente accetterò tutti coloro che vorranno passare per fare due chiacchiere o per un saluto».
Sì, questo è il primo augurio che Andrea fa a se stesso. Le porte della sua casa a Pontedera saranno sempre aperte per chi vorrà fare due chiacchiere e trascorrere un po’di tempo con lui. In tutto questo tempo di cose ne saranno accadute molte anche agli amici. Ci sarà tutto il tempo per raccontarsele. «Gli amici lo sanno dove abitiamo – aggiunge il padre – noi li aspettiamo». Le emozioni si percepiscono anche a distanza. E il selfie scattato poco dopo nel centro di Cecina, prima di fare i bagagli, è il modo più immediato per dire: «Eccomi, sto per tornare a casa mia».