Il Tirreno

Pontedera

Vespa World Days 2024
Visto da vicino

Con la Vespa del Tirreno in tour, noi tra i vespisti del raduno mondiale: «I love Italia»

di Flavio Lombardi
Con la Vespa del Tirreno in tour, noi tra i vespisti del raduno mondiale: «I love Italia»

La partenza, i paesaggi da sogno, la sosta e gli incontri che non dimenticheremo mai. E già si ipotizza dove sarà il prossimo Vespa World Days

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PONTEDERA. Dopo il freddo e l’acqua dell’apertura, il tempo torna di nuovo bello. Certo, la mattina per tutti quelli che devono spostarsi e fare un po’ di chilometri fino a raggiungere il punto di raccolta e di smistamento per i tour di giornata, si presenta con un termometro che fa fatica a salire. Un sacrificio tuttavia sopportabile e che dura poco. Il cielo è blu, e promette di regalare una giornata dal tepore primaverile.

Alle 8 di venerdì 19, gli uomini dello staff sono già sul posto, pronti alla riunione, dove si ripassano gli itinerari che ciascun gruppo deve compiere, ma dove si ricordano anche gli incroci più insidiosi. Perché ogni gita prevede non meno di duecento persone a comporre il serpentone, e chi fa da scorta agisce come un angelo custode. Chiamando i vespisti a rispettare comunque la destra della carreggiata, ma anche invitando con un cenno quando serve, i mezzi che arrivano in senso contrario a moderare la velocità.

La vespa PX 125 E bianca con le insegne del Tirreno, viene dirottata sul raduno che prevede di raggiungere prima Lari e poi Casciana Terme. Mischiato a tutti gli altri, c’è il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi. Non poteva non onorare la sua città, la Piaggio, la vespa e farsi l’esperienza, inebriante, in sella alla sua 125 Primavera e con il figlio seduto dietro, nel ruolo di “zavorrina”.

Tutto è pronto per cominciare, si accendono i motori, si sgassa e il fumo di miscela grassa alza una festante cortina, mentre la 125 PK Ets è in prima fila e tiene legata al portapacchi l’asta con la bandiera del Club di casa.

La processiona parte, lenta. Ci si muove come fosse una parata. Nella quale chi è sulla due ruote omaggia i cittadini locali che ricambiano salutando con la mano. Foto, video con i cellulari. Persone di tutte le età, uomini e donne, si affacciano alla finestra o escono trafelati dai negozi, richiamati dal concerto dei clacson e per non perdersi l’attimo fuggente. C’è una vespa con il sidecar, rossa, che vien dall’Austria, ma mezza Europa è rappresentata. Svizzeri e tedeschi in gran quantità ma anche inglesi, francesi da Tolosa e belgi. In questo gruppo si contano anche quattro ragazzi ed una ragazza dalla Thailandia, tre Messicani, ed una coppia del club di San Diego in California. Gli italiani sono quelli più ligi a rispettare la vespa così come è nata. Conservata o restaurata, poco importa.

L’importante, che sia uscita come mamma Piaggio l’ha fatta. Più creativi gli altri. Colori personalizzati e costosi ma non originali, qualche altro in rigoroso stile “rat” con accenno a quello dei Moods. Si raggiunge Lari, per la prima sosta. Alcune guide mostrano le bellezze del posto, spiegano la storia del castello, raccontano che la ciliegia è una cultivar autoctona famosa nel mondo. Molti fanno anche una visita al pastificio Martelli ed apprezzano quando gli si riassume le fasi della lavorazione. “Maraviglioso e pittoresco, i love Italia”, dice una signora di Birmigham con quell’accento che ai meno giovani richiama Enrico Montesano nel personaggio della zitella romantica inglese. Un paio d’ore in giro per il paese, i commercianti fanno affari ma non badano solo a incassare.

C’è il piacere di sapere da dove arriva il tizio con quel giubbino colorato e magari con tante patch cucite sopra, e forse scoprire che in quel posto ci sei stato. Chiacchiere in simpatia e quel “tanto piacere, un giorno o l’altro, la voglio rivedere”. Chissà… La visita a Lari è compiuta, si rimette in moto per procedere in direzione di Casciana Terme. La destinazione è in piazza, dove é allestita l’area parcheggio, dopo aver percorso scenari mozzafiato per le colline pisane. Pranzo libero, ciascuno va dove vuole. Chi scrive, è in compagnia di tre staffette del Vespa Club Livorno. Si chiamano Luca, Alessandro e Stefano. Un frittino e un bel vermentino, godendo della splendida giornata sotto un confortevole gazebo. Arriva una signora attempata, è la moglie di quel tipo notato alla partenza, del club di San Diego. Col cellulare, chiede un selfie e confessa che abita a Palm Beach. Elettrizzata dall’esperienza, vuole immortalarsi con qualcuno che rappresenti la macchina organizzativa. Poi si allontana, promettendo che tornerà con la velocità di un fulmine. È di parola. Era solo andata a prendere un paio di banner, di quelli che ogni club possiede per distinguersi dagli altri e che solitamente si attaccano davanti allo scudo della vespa per indicare da dove si proviene. Ai raduni mondiali, c’è chi parte con grande scorta, per omaggiare chi gli sta simpatico o per scambiarli, facendo collezione. Tempo di tornare? Non ancora.

Il piacere di conversare già notato a Lari, è comune anche a Casciana. E Fabio Sassetti, titolare dell’omonima pescheria-friggitoria che ci ha dato ristoro, ormai è entrato in sintonia con i clienti. Per lui, questo Vespa World è una festa. E porta una bottiglia. Offre lui, alla memoria di suo padre, Pasqualino, deceduto nel 2018 a 74 anni. Il dipendente che per conto della famosa azienda ha visitato più nazioni. Omaggia tutti anche di un libro, “Pasqualino Sassetti con la Piaggio nel mondo” Edizioni Nuova Casciana, con la collaborazione di Cascianacultura, Fondazione Piaggio e Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Arriva il segnale convenuto per far ritorno verso la base.

Sono le 15 e ci sarebbe tanta voglia che questa giornata non finisse mai. Pontedera non è lontana, pronta ad ingoiare il gruppo con i suoi rumori del villaggio. Cuore pulsante fino a domani, quando si comincerà a immaginare dove potrà essere l’evento 2025. C’è chi giura sia nella Spagna del nord. Vedremo.

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