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Basket: l’intervista

Pistoia, senti Jaaziel Dante: «Qui c’è una storia da riscrivere». E spunta il retroscena con Della Rosa

di Marco Tirinnanzi
Johnson in azione
Johnson in azione

L’americano torna a indossare la maglia dei toscani: «Mi sento davvero a casa, sono pronto alla battaglia»

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PISTOIA. AAA cercasi appartamento a Pistoia con giardino, per due cani di taglia media. Il tempo stringe, perciò mai come adesso astenersi perditempo, perché il futuro referenziatissimo conduttore arriva prima dell’11 agosto, direttamente dagli Stati Uniti. Più che un arrivo semmai un ritorno per Jaaziel Dante (per tutti Jazz) Johnson, casa permettendo ovviamente.

Cosa ha reso per te questa volta il progetto Pistoia migliore degli altri?

«É stata una decisione personale. Pistoia è il primo posto in cui mi sono sentito a casa in Italia. La gente è amichevole e la città stupenda. Conoscere Della Rosa che è head coach ha poi giocato un ruolo cruciale. Abbiamo speso tanto tempo a guardare video e a parlare di basket a casa sua. Quando perdemmo in semifinale contro Verona (53 a 79, nel giugno del 2022, nda) Tommaso mi disse che se un giorno fosse diventato allenatore mi avrebbe chiamato. Ed eccomi qua, tre anni dopo! Sono pronto a partire e a dare il 100%».

Torni a Pistoia, dopo la squalifica e la rescissione del 2022. Più dispiaciuto per la squalifica o per la modalità della rescissione?

«Mi dispiace un sacco per tutta la situazione. Ho espresso quant’ero deluso già ai tempi. Tuttavia, la città e la società mi hanno accolto subito e bene lo stesso anno della squalifica. Ho imparato una lezione. Ora sono pronto per creare nuovi ricordi in questa bellissima comunità».

Nel 2021 eri, oltre che con coach Della Rosa, compagno anche con Saccaggi che ritrovi come capitano. Che effetto ti fa questa situazione?

«É bello ritrovare volti familiari. Con ‘Sacca’ siamo sempre in contatto. Non ho mai giocato per un team come nell’anno di Pistoia. Eravamo una famiglia e abbiamo vinto non perché eravamo i più forti ma perché eravamo pronti ‘a fare la guerra’ l'uno per l'altro. Spero di portare le stesse vibes».

Adesso stai giocando in un torneo in Kansas, dopo l’infortunio. Com’è stato il rientro?

«É stato il mio ritorno ad una partita giocata da gennaio. Mi mancava veramente giocare. Mentalmente è stato duro per me stare a guardare. Il mio corpo è in forma, sta bene e mi sento forte. Sono pronto a partire con la squadra e costruire una nostra identità».

Dici Johnson e pensi immediatamente alla Supercoppa vinta contro Treviglio. Cosa si devono aspettare i tifosi la prossima stagione?

«Tutti si aspettano le stesse ‘vibes’ del passato. Il mio amore per Pistoia rimane, dai tempi in cui giocavo per i biancorossi, e ho sempre visto le partite e supportato il team. Ho un amore genuino e un rispetto per la città e per quello che rappresenta nel basket e mi aspetto di essere competitivo. Continuo a lavorare per essere il miglior giocatore possibile. Ci sono up and and downs in ogni stagione: è importante continuare a lavorare. Con questa formula, le cose belle possono accadere».

Da poco è uscita un’altra top 100 dei migliori giocatori Nba di tutti i tempi. Kobe è fuori dai primi 10. Hanno preso un abbaglio?

«É arduo per me fare liste del genere. Sono giocatori di epoche differenti. Non è giusto considerare solo statistiche e riconoscimenti. Servirebbero criteri chiari. Non credo la lista sia corretta al 100%. Io credo si possa dibattere su ogni giocatore davanti a Kobe. Kobe and Tim Duncan dovrebbero essere vicini in qualsiasi lista. Se Tim è settimo, Kobe dovrebbe essere sesto o ottavo. Non impazzisco per i giocatori che ha davanti. Sono ottimi, ma la mamba mentality ha cambiato tante vite, non solo nel basket».

Hai sempre giocato col 22 sulle spalle. Sarà tuo - di nuovo - anche nella nuova stagione a Pistoia?

«Spero di sì. Il 22 è il mio numero da sempre, perché ha un ruolo fondamentale nella mia famiglia. Mio padre giocava col 22, mia sorella più piccola lo stesso. Il compleanno di mia madre è il 22 di ottobre. Così come mio nonno che era nato il 22 di settembre e anche mia nonna ad aprile, sempre il 22. In qualche modo il 22 ha sempre orbitato nella mia famiglia. Ha un sacco di significato per me».

Tu hai due cani, non proprio di taglia piccola. Come va in questi giorni con la ricerca della casa a Pistoia?

«Sì, ho un maschio, un lupo cecoslovaccho di nome Balto, come il film. E anche un mastino sudafricano femmina di nome Freya come la regina della mitologia norrena. Sono amichevoli e per questo sto cercando disperatamente un appartamento con giardino. Anzi, se qualcuno potesse darmi una mano ben venga!».

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