Pistoia, mette l’auto di traverso in strada e aggredisce l’autista del bus: «Vieni fuori che ti riempio di botte...»
La furia del padre di uno studente: «Hai bucato la fermata». Il racconto choc: «Ha cercato di picchiarmi, ora farò denuncia»
QUARRATA. L’Opel Corsa si è messa di traverso lungo via Ceccarelli. «Tra lo spartitraffico e la carreggiata, non potevo proseguire». Nicholas Di Minno ha fermato il bus. Il conducente dell’auto, un padre inferocito, gli ha intimato di aprire la portiera.
Il risultato di una mattinata che il conducente di Autolinee Toscane porterà dentro di sé a lungo sono tre giorni di prognosi e uno choc emotivo confluito in una denuncia in questura. Di Minno, 35 anni, da sei dipendente della società di trasporto pubblico, ha denunciato l’uomo, la cui identità è al vaglio delle forze dell’ordine, per aggressione.
«Abbiamo consegnato le sette telecamere presenti sul bus alla polizia. Siamo a disposizione nel caso di ulteriori accertamenti», fanno sapere dall’ufficio stampa di Autolinee. E mentre i sindacati dei trasporti stigmatizzano l’accaduto, auspicando la convocazione al più presto della firma in prefettura di un protocollo d’intesa che definisca linee guida per una maggiore sicurezza di autisti e passeggeri (soprattutto studenti all’uscita da scuola), Di Minno racconta l’accaduto.
Il racconto
«Stavo percorrendo via Ceccarelli, alla Ferruccia, in direzione di Vignole, sulla linea 78, una corsa che al mattino è soprattutto a servizio degli studenti. A un certo punto mi si è affiancata una Opel Corsa bianca, il conducente mi ha sorpassato e si è messo di traverso sulla strada. Poco avanti c’era lo spartitraffico. Non potevo aggirarlo. L’uomo – di un’età compresa tra i 45 e i 55 anni – è sceso e ha picchiato contro la portiera anteriore, urlando di aprire».
Consapevole della presenza di molti studenti sul bus, Di Minno ha scelto il male minore, e ha aperto. «Sono saliti due o tre ragazzi, non ho avuto nemmeno il tempo di vederli in faccia. L’uomo è salito e mi ha gridato contro di non essermi fermato. Il motivo è che non c’era nessuno alla pensilina. Erano seduti in auto e non mi ero accorto della loro presenza. Era molto aggressivo, ha tentato di tirarmi un ceffone. L’ho schivato, mi ha colpito sul petto. Mi è venuto istintivamente da alzarmi e lui mi ha urlato di stare seduto: «È meglio se si mette a sedere», mi ha intimato. Gli ho ripetuto di scendere dal bus e di non mettermi le mani addosso».
Il padre infuriato è sceso, e una volta in strada ha invitato l’autista a fare altrettanto: «Vieni fuori che ti riempio di botte». «Con la maggiore calma possibile – afferma Di Minno – ho chiuso le portiere e sono ripartito». I ragazzi hanno assistito attoniti alla scena. «Il bus ha proseguito poi da Vignole, agli Olmi, fino a Pistoia, in un silenzio irreale. Sono rimasto molto choccato – dice l’autista – Al termine del servizio sono andato al pronto soccorso e poi in questura a sporgere denuncia».
Le sigle
«Sull’argomento – commenta Luciano Guastini, della Fit Cisl – abbiamo sviscerato molto negli ultimi anni. C’è stato un incontro anche ieri a livello regionale a Firenze. I dati confermano che le aggressioni sono aumentate. Auspichiamo che il protocollo in prefettura con enti locali, azienda e forze dell’ordine sia approvato il prima possibile. Confidiamo che l’azienda metta in campo ulteriori azioni a tutela dei suoi dipendenti. Dal canto nostro massima solidarietà al collega protagonista di questo ennesimo episodio. Ormai è una guerra quotidiana, di cui facevamo francamente volentieri a meno».
