Il Tirreno

Grosseto

Il ricordo

Morta in gita a 19 anni, fiori viola per ricordare Aurora: «La camera è come l’ha lasciata»

di Sara Venchiarutti
La famiglia e gli amici
La famiglia e gli amici

La famiglia dona un albero di jacaranda alla scuola in ricordo della giovanissima scomparsa: «Nostra figlia continua a vivere con noi»

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GROSSETO. Pare che se ne sia appena andata per correre di corsa a scuola o uscire con qualche amica. Il disordine, magari il letto da rifare o qualche maglietta dimenticata in giro. La sua cameretta «era sempre così, sottosopra. Ma era il suo caos». Quello era il regno di Aurora, della sua Aurora. È rimasto uguale a com’era, prima della gita scolastica da cui non è più tornata. Mamma Erika non lo vuole toccare, le ricorda la sua bimba anche se alla fine lei è ovunque. «Continua a vivere in ogni nostro gesto, è sempre con noi», dice Erika Tognazzi mentre guarda l’albero di jacaranda che, davanti alla sede del Manetti-Porciatti in via de’ Barberi, aspetta di fiorire, in primavera. Solo allora regalerà al vento e al sole le sue gemme viola. Viola come il colore preferito di Aurora Bellini, mancata nove mesi fa per un malore sul traghetto che da Napoli stava portando lei e i suoi compagni a Palermo.

Il regalo

Quell’albero l’ha voluto la famiglia, un regalo che profuma di vita nel cortile della scuola che Aurora frequentava. Aveva 19 anni e tantissimi amici e amiche che in questi mesi sono stati vicini alla famiglia. Anche ieri, 18 dicembre, erano lì, sotto un sole invernale che ogni tanto, mentre l’albero veniva piantato, faceva capolino per ricordare quanto luminoso fosse il sorriso di Aurora.

L’albero è stato donato all’istituto «dopo una serata alla pizzeria Godiva, tutti insieme», spiega il babbo, Paolo Bellini. E vedere anche ieri decine e decine di persone – familiari, amici, insegnanti – ritrovarsi per la piantumazione dell’albero di Aurora «è una bella emozione. Nessuno ci ha fatto mancare l’affetto», ammette Paolo. Le parole si inceppano, è difficile spiegare il vortice che si agita dentro. Erika, con il cappotto viola, si guarda intorno, vede tutte quelle persone che vogliono bene ad Aurora: «È questa la dimostrazione di cosa ha lasciato mia figlia».

I compagni di classe

Lo hanno scritto anche i compagni e le compagne di Aurora: «Questo albero cresce verso il cielo come Aurora vive in ogni nostro giorno, ogni ramo racconta un ricordo, ogni foglia porta con sé il suo sorriso». Adesso questa frase, un piccolo frammento del dolore di essere senza di lei, è incisa sul cartello posizionato accanto all’albero di jacaranda. Davanti c’è una panchina, viola anch’essa. Sopra, sullo schienale, c’è scritto “Welcome”. Chiunque può sedersi e, all’ombra di quei rami, ricordarsi di quanto erano luminosi gli sguardi e il sorriso di Aurora.

«Aurora – sottolinea la professoressa dell’istituto, Maria Pia Betti – ha trascorso qui con noi, a scuola, un tempo troppo breve, ma non privo di significato. Ha infatti lasciato un segno fatto di sguardi e di gesti nelle aule, tra i corridoi, e ci ha ricordato come ogni istante abbia valore».

La perdita di una vita ancora da scrivere ha lasciato ovunque un segno indelebile, a partire dalla scuola che Aurora aveva scelto, l’indirizzo Cat (Costruzioni ambiente e territorio) del Manetti Porciatti. «L’iniziativa della famiglia – ha sottolineato il dirigente scolastico, Angelo Costarella – è un bellissimo omaggio ad Aurora, perenne. Cureremo l’albero con affetto e amore; abbiamo scelto questo spazio per evitare che ci sia altro attorno».

La famiglia

Il babbo di Aurora, Paolo, lo sa già: ritornerà spesso lì, davanti a quella pianta, magari quando il viola sboccerà. Intanto gli amici di Aurora hanno realizzato un altro striscione, appositamente per la giornata di ieri: “Risplendi Auro”, hanno scritto a lettere tondeggianti. «I suoi amici ci sono sempre stati molto vicini, così come il comandante della guardia costiera di Castellamare di Stabia», sottolinea Paolo, ringraziando tutti.

«Una ragazza come Aurora non molla nessuno, ispira solo sorriso e gioco ed è felice che siate qui», ha detto Laura, un’amica di famiglia. Anche lei ha perso suo figlio, sa che Erika sta affrontando il dolore più grande della sua vita. «Non sono andati via, si sono solo spostati un pochino», dice alla sua amica. Ne è sicura, e infatti tutti, quando entrano nella sede di via de’ Barberi, sentono Aurora vicina mentre guardano il murale a lei dedicato e che era stato inaugurato pochi mesi fa. A quell’opera aveva partecipato lei stessa, con il nome d’arte di “Roras”; d’altronde l’arte le piaceva, era brava. "Ad Aurora, che colora i nostri giorni con il suo sorriso": c’è scritto.

Un sorriso che non si è mai spento e che accompagnerà per sempre chi ha avuto la fortuna di averlo incrociato per un secondo tra i corridoi o di chi ne ha beneficiato per un tempo più lungo.

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