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Pistoia

Il caso

Agguato mortale al pullman dei tifosi a Rieti, il presunto killer: «Voglio parlare con il pm»

di Tiziana Gori
La vittima e il bus devastato
La vittima e il bus devastato

L’avvocato difensore spiega: «Vuole fermamente far emergere la verità dei fatti»

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PISTOIA. «Vuole fermamente far emergere la verità dei fatti». Ha chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero Lorenzo Francia, titolare dell’indagine, Kevin Pellecchia, il ventenne accusato di aver lanciato il sasso appuntito che ha colpito in volto Raffaele Marianella, causandone la morte.

La decisione

È una decisione maturata di concerto con il suo legale, Andrea Vella. Pellecchia è quello che rischia di più nella ricostruzione della vicenda così com’è emersa dalle indagini della procura di Rieti, anche se gli altri due arrestati - come lui in carcere - sono ritenuti responsabili di aver “fornito un contributo morale alla condotta omicidiaria”. E a loro volta avrebbero lanciato sassi contro il pullman dei tifosi del Pistoia Basket, in quello che si è rivelato a tutti gli effetti un agguato sulla via del ritorno di casa per i 50 supporter della Baraonda Biancorossa.

La sera della tragedia

Una serata di gioia per la vittoria nella gara di A2 contro la Sebastiani Rieti che si è trasformata in una tragedia. Raffaele Marianella, 65 anni, autista della Jimmi Travel di Firenze, quella sera di due domeniche fa era di scorta. Guidava il collega più giovane, mentre lui era seduto a fianco. In località Contigliano, quando il bus stava per prendere l’autostrada dai guardrail a lato della strada sono sbucati alcuni ultrà della Sebastiani, che hanno iniziato a tempestare di sassi il parabrezza del pullman. Marianella, raggiunto tra il volto e il collo da un sasso particolarmente appuntito, è stato colpito a morte.

Il funerale

Due giorni fa, a Cesano di Roma, colleghi della Jimmy Travel e parenti hanno dato l’ultimo saluto al conducente. La messa è stata celebrata dal fratello parroco dello stesso, don Massimo Marianella. «È una tragedia che ha colpito la nostra comunità», ha detto il direttore generale del Pistoia Basket, Andrea Di Nino, presente alla cerimonia.

I tifosi

Anche i tifosi del Pistoia Basket pagheranno un prezzo: per le tensioni scaturite all’interno del Pala Sojourner all’intervallo della partita il Viminale ha deciso lo stop alle trasferte fino al 31 dicembre. Ai reatini sarà vietato seguire la propria squadra in trasferta per tutta la stagione. E i tifosi del basket reatino hanno fatto un annuncio: «Oggi decretiamo la fine di ogni movimento ultrà». In un lungo comunicato firmato “Direttivo Curva Terminillo 1999-2009” i tifosi storici invitano chi ancora non lo avesse fatto «a sciogliere il proprio gruppo. Ringraziamo chi ci ha già pensato da solo. Quando riaprirà la curva, auspichiamo che l’unico striscione presente sia solo il nostro “D’istinti ultras” lì dov’è ora».

I tre

Kevin Pellecchia, 20 anni, Manuel Fortuna, 31 anni, Alessandro Barberini, 53 anni, si trovano nel carcere di Rieti. Ma Pellecchia ha chiesto di parlare con Francia.

«Il mio assistito – spiega l’avvocato Andrea Vella – ieri mi ha autorizzato a comunicare al pm, dottor Francia, la propria volontà di essere sottoposto a interrogatorio e rispondere a tutte le domande che gli saranno poste, per permettere alla procura di ricostruire in modo integrale quanto accaduto la sera del 19 ottobre. Tale scelta del ragazzo – prosegue l’avvocato – discende dalla sua ferma volontà di far emergere la totale verità dei fatti, non solo per rispetto e acquisita completa consapevolezza del dolore causato ai familiari della povera vittima, ma anche per far comprendere agli inquirenti quali fossero le effettive intenzioni proprie e dei molteplici partecipanti a tale scriteriata e, purtroppo, dagli esiti imprevedibilmente drammatici, azione collettiva. Nei prossimi giorni perciò, non appena concordata la data con la Procura, si procederà a tale incombenza che permetterà, si auspica, di superare le notevoli confusioni, contraddizioni e incertezze sinora emerse o riferite in modo non coerente da alcuni mass media».

L’ordinanza

Nell’ordinanza di convalida del fermo, disposta dalla gip Giorgia Bova il 23 ottobre, un testimone oculare, Matteo De Santis riporta che “avendo capito la reale gravità delle intenzioni degli altri alcuni tifosi desistevano dall’azione”. Pochi attimi prima del passaggio del bus i testimoni oculari De Santis e Francesco Pastorelli “notavano gli indagati l’uno accanto all’altro (Barberini a sinistra, Fortuna al centro, Pellecchia a destra) a ridosso del guardrail, in posizione frontale rispetto alla marcia del pullman”. Nonostante la presenza di una volante della polizia di scorta al mezzo “gli indagati scagliavano le pietre contro il pullman”. “Sono state lanciate almeno due grosse pietre – hanno raccontato i due – Successivamente i tre sono scesi dal terrapieno urlando: «Li abbiamo sfondati»”.

La brusca frenata del bus fa ha fatto intuire che era successo qualcosa di grave. Poi il fuggi fuggi generale, in auto o a piedi nei campi, mentre la spedizione punitiva diventava tragedia.

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