Olio, la stagione dei frantoi toscani: la produzione, le percentuali delle rese e il confronto con il 2023
Frutti abbondanti, ma maturazione rallentata per colpa del meteo: cosa dicono gli imprenditori
PISTOIA. Beati gli ultimi perché...otterranno più olio. È questo il motto che circola fra gli olivicoltori della nostra zona che, in questi giorni, stanno prendendo d’assalto i pochi frantoi pistoiesi. «L’assestarsi del clima – dice la coordinatrice di zona della Cia Pistoia Francesca Menchi – sta alzando le rese delle olive, portandole a sfiorare il 14%. Le olive raccolte invece da metà ottobre a oggi, non presentavano infatti rese di questo livello, attestandosi a percentuali oscillanti fra il 5 e il 10%». Il motivo di questo fenomeno è l’andamento folle del clima, con estati torride seguite da autunni caratterizzati non da piogge normali ma da veri e propri nubifragi. «L’origine delle basse rese – riprende l’interlocutrice – va comunque individuata nell’eccessivo caldo estivo. Le olive sono nate in grande quantità ma non si sono sviluppate a causa del clima torrido. Poi, con le piogge eccessive di settembre, non sono cresciute ma solo “gonfiate”. In definitiva la gran parte delle olive che vengono frante sono verdi e non mature. Chi è riuscito a dilazionare la raccolta ha colto nel segno anche perché quest’anno la presenza della “mosca” olearia è ridottissima».
Il confronto
In definitiva quindi, rispetto all’anno scorso, olive raddoppiate ma rese dimezzate. Questo quanto emerge dai frantoi pistoiesi che, in questi giorni, sono sottoposti a ritmi di lavoro davvero frenetici. «Quest’anno – dice Andrea Boschi, che collabora con il padre Paris Boschi nella gestione del frantoio di famiglia a Piestro, nei pressi di San Felice – la quantità di olive che dobbiamo trattare è enorme ma la resa difficilmente supera il 10% ».
Tuttavia se i rami delle piante sono ricurvi dal peso delle olive, questo non è certo dovuto alla generosità del clima ma a un suo corto circuito. «Le temperature miti della primavera – prosegue l’agricoltore – hanno favorito una grande fioritura nelle piante. L’eccessivo caldo estivo ha finito però con l’asciugare eccessivamente i frutti, facendoli restare piccoli. Le gelate e gli acquazzoni di settembre hanno poi fatto il resto, bloccando lo sviluppo delle piante». Questo ha fatto sì che le olive, soprattutto quelle della varietà “leccino” siano state colte ovunque non del tutto mature. «Le olive di questa varietà – riprende Boschi – al culmine della maturazione devono essere nere fuori e bianche dentro, mentre quest’anno sono verdi fuori e verdi dentro».
La qualità
In compenso il prodotto finale risulta comunque essere di ottima qualità, a un prezzo peraltro in linea con le previsioni. «Si tratta di uno dei migliori raccolti degli ultimi anni che dà origine a un olio che, nei frantoi, viene venduto a 16 euro al litro». Punta il suo indice accusatore contro il clima autunnale decisamente anomalo anche Antonella Spampani, titolare del frantoio Valle argentata di Santomoro. Qua, pur essendoci spostati più a sud, nella zona che guarda a Montale e al Pratese, la musica pare essere la stessa: «I nostri clienti ci portano grandi quantità di olive, da cui traggono però solo una scarsa quantità di olio, visto che la resa finale oscilla sempre dal 5 al 10%, a differenza del 15% degli anni scorsi. Il mese di settembre è quello decisivo per gli olivi e quest’anno ha fatto decisamente i capricci. Ci sono stati forti acquazzoni che hanno solo fatto gonfiare le olive seguiti però da gelate mattutine che, per queste piante, sono veramente dannose». Sul prezzo del prodotto finale si nota una notevole uniformità: «Quest’anno un litro di olio costa 16 euro», conclude Annalisa Spampani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA