Pistoia, il vivaismo lancia l’allarme: «Serve più manodopera»
Tesi: formazione per gli stranieri e incontri nelle scuole
PISTOIA. «Occorre formare al più presto molti cittadini di origine straniera per far sì che questi possano lavorare nelle nostre aziende agricole tutto l'anno e non solo nei momenti di massima attività. Nel frattempo occorre collaborare strettamente con le scuole perché queste portino i loro ragazzi nelle aziende agricole a far loro conoscere il nostro lavoro».
È questa la strada che il presidente di Coldiretti Fabrizio Tesi indica come l'unica percorribile per affrontare la forte penuria di manodopera che sta attanagliando anche le aziende florovivaistiche della provincia di Pistoia. Una strada fatta quindi di due corsie. Una che punta sull'immediatezza, con la formazione della manodopera straniera già presente sul territorio, e un'altra che invece porta più lontano, con la collaborazione fra aziende agricole, associazioni di categoria e scuole che tenda appunto a far meglio conoscere ai ragazzi le caratteristiche del lavoro agricolo. Un lavoro, come afferma del resto Fabrizio Tesi, che non ha niente più in comune con quello che nei campi svolgevano i loro nonni, come lui stesso spiega: «Oggi in agricoltura quasi tutte le operazioni sono meccanizzate e la fatica fisica è ridotta al minimo. Resta il bello di poter lavorare all'aria aperta e a stretto contatto con la natura, lontani dallo stress dei lavori di città. Non nascondo che i sacrifici ci sono ma dico anche che nei campi ci si possono raggiungere obiettivi economici fino a poco tempo fa inimmaginabili».
La carenza di personale in agricoltura è ormai una costante che dura nel tempo e che, anche nella nostra provincia, comincia a incidere sulla produttività di molte aziende, come lo stesso presidente di Coldiretti fa notare: «In provincia di Pistoia la maggior parte delle aziende sono di natura florovivaistica e non puntano quindi a momenti di raccolta stagionale come avviene invece per quelle aziende che producono frutta e ortaggi. Questo fa sì che alle nostre latitudini il bisogno di operai agricoli sia sempre costante e non conosca quei picchi di domanda che invece si verifica altrove.
In virtù di queste caratteristiche, occorre far sì che i lavoratori si radichino nelle nostre aziende per tutto l'anno e non solo in determinati periodi dell'anno quando ci sono comunque dei picchi di lavoro: nei vivai, c'è sempre da fare. La carenza di personale inoltre corre il rischio di vanificare quelle prospettive positive che la nuova legge sul florovivaismo può far concretizzare nella nostra provincia». Coldiretti inizierà quindi a mettere in pratica al più presto queste ricette, con la speranza di contrastare una tendenza negativa che dura da anni come fa notare ancora il suo presidente provinciale Fabrizio Tesi: «Non possiamo permetterci di tergiversare. Con le scuole, sia con quelle che si occupano di agraria ma non solo, prenderemo contatti al più presto. I ragazzi devono tornare a innamorarsi della terra e soprattutto devono comprendere che il lavoro agricolo può dar loro molte più soddisfazioni, anche in termini economici di altre attività.
Per quanto concerne poi i cittadini di origine straniera, mi preme dir loro che il lavoro è l'unica e vera chiave per l'integrazione. Ci sono già tantissimi esempi di persone che, arrivate a Pistoia da molto lontano, si sono inserite benissimo nel tessuto produttivo agricolo arrivando a coprire in poco tempo posizioni di grandissima responsabilità e arrivando a togliersi delle soddisfazioni in termini economici che, altrove, sarebbero state inimmaginabili da raggiungere».
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