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Pisa, test per l’accesso a Medicina: la grande beffa che fa paura

di Luca Cinotti

	Medicina: una della aule allestite per il test
Medicina: una della aule allestite per il test

Gli studenti temono di finire dietro ai tanti “furbetti”. A Pisa tutto si è svolto regolarmente, ma altrove ci sono stati casi di prove fotografate e di cellulari nelle aule

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PISA. Fatto il test, parte la polemica. Ed è di quelle che coinvolge migliaia di giovani: i partecipanti in tutta Italia, al primo esame al termine del semestre filtro per accedere ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. A Pisa – spiega l’Università – tutto è filato liscio.

Ma altrettanto non è successo altrove: fin dai minuti successivi alla fine delle prove sono cominciate a circolare sui social immagini dei test scattati con gli smartphone. E – come hanno denunciato molti studenti – in alcuni casi c’è stata una condivisione delle risposte alle domande. Risultato: oggi i ragazzi che hanno svolto correttamente la prova (come quelli di Pisa) temono di poter essere scavalcati nella graduatoria, che è nazionale, da chi è si è comportato in maniera scorretta.

In 1.600 a Pisa

L’Università aveva organizzato il test per i 1.560 partecipanti spalmandoli in 50 aule su tre poli: Porta nuova, San Rossore e Piagge. Dall’ateneo fanno sapere che tutto si è svolto in maniera ordinata. In particolare i cellulari sono stati consegnati prima di entrare nell’aula dell’esame.

La mattinata era articolata in tre prove, una di chimica, una di matematica e una di biologia. I candidati potevano farle tutte e tre o solo alcune (riservandosi quelle successiva alla seconda prova del 10 dicembre) ma in ogni caso dovevano rimanere (e sono rimasti) all’interno dell’aula fino al completamento dei tre test. Di fatto, è stato concesso di usufruire dei bagni soltanto nell’intervallo tra una prova e l’altra.

La carica dei furbetti

Ben diverso quanto avvenuto nelle altre 43 sedi d’esame sparse nel Paese. Fin da giovedì pomeriggio hanno cominciato a circolare centinaia di foto scattate dentro le aule, in barba al divieto di utilizzare smarphone. Ma soprattutto, in diversi casi queste foto mostravano in bella evidenza le risposte e ci sono testimonianze di chat dove venivano condivise. Senza considerare che lo smartphone, oltre che per fotografare, può essere utilizzato per cercare informazioni sul web. E c’è poi chi giura di aver visto – già nella notte precedente al test – impennare le ricerche su Google riferite a parole chiave poi contenute nelle domande.

Le conseguenze

Insomma, un gran caos all’italiana. Che può avere conseguenze molto concrete e altrettanto spiacevoli per chi si è comportato in maniera regolare. I test, infatti, disegneranno una graduatoria nazionale, e non costruita nei singoli atenei. I posti disponibili sono circa 21mila per Medicina, 1.700 per Odontoiatria e 1.300 per Veterinaria. È dunque necessario arrivare in posizione utile e potere poi scegliere la sede voluta: questo però può essere messo a rischi se si viene sorpassati da chi si è comportato in maniera scorretta. Per questo gli studenti che hanno partecipato alle prove – in attesa dei risultati che arriveranno il 3 dicembre – si stanno informando anche inviando lettere al Ministero. Che, da parte sua, ha detto che annullerà i compiti di chi ha fotografato la prova ed è rintracciabile: la paura, però, è che così si intercetti solo una piccola parte dei furbetti. La vicenda viene seguita con attenzione anche dall’Università.

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