Firenze, maxi furto da 184mila euro in una boutique di Dior: tre arresti, caccia al quarto uomo
La Squadra Mobile di Firenze smantella una banda arrivata da Roma per il colpo in via degli Strozzi: i ladri entrarono facendo un foro nel muro e razziarono borse e accessori di lusso. Identificati tre uomini, ancora ricercato l’ultimo complice
FIRENZE Via degli Strozzi. La telecamera pesca un cono di luce, poi il nero si apre da un armadietto: l’hanno scavato lì il foro nel muro da cui spuntano prima le mani, poi le sagome scure dei ladri. Incappucciati con cappellini da baseball, volti travisati, guanti. Si muovono come se conoscessero a memoria piantine e allarmi, un balletto svelto tra scaffali e armadi. Sono le due di notte del 31 agosto e la boutique di Dior è un teatro muto, e loro – quattro uomini venuti da Roma – ci entrano come fossero a casa.
Il video interno, ora agli atti dell’indagine, mostra i quattro uomini che si muovono con i borsoni neri nello store e arraffano sciarpe, occhiali, scarpe, indumenti: pochi minuti e la merce sparisce dentro le sacche nere. Nessun rumore, nessuna esitazione. Il blitz dura pochi secondi, fino a quando si solleva una nuvola di fumo all’interno del negozio, forse effetto dell’impianto di allarme. Prima di quella notte avevano già cominciato a lavorare alla parete dell’edificio confinante, in via dei Sassetti. Un foro preparato con calma, rifinito a colpi ventiquattr’ore dopo. Poi l’ingresso dalla stanza degli uffici, passando addirittura attraverso un armadio-cassaforte spostato come fosse leggero. Bottino finale: 184mila euro.
A distanza di quasi tre mesi, la Squadra Mobile fiorentina chiude il cerchio – o quasi. Tre dei presunti componenti della banda sono finiti in carcere: un italiano di 26 anni, un moldavo di 28 e un uruguaiano di 37, tutti domiciliati a Roma. Il quarto uomo, quello che nel video compare appena, solo un’ombra che controlla il corridoio, è ancora ricercato.
Il lavoro degli investigatori è stato un puzzle paziente: ore di filmati, tabulati telefonici passati al setaccio, intercettazioni, confronti di targhe e tempi di percorrenza. Alla fine, salta fuori anche il veicolo usato per il blitz: la stessa auto che la mattina del 31 agosto correva verso la Capitale.
Nel giorno degli arresti, a Roma scattano perquisizioni e controlli mirati. Non tutta la refurtiva è stata ancora trovata, ma gli elementi raccolti – assicura chi indaga – sono solidi. Resta l’ultimo tassello, il quarto uomo: l’ombra che nel video apre la strada. E che ora, dopo la crepa nel muro, rischia di averne una anche nella fuga.
