Pisa, le dette dell’amante di un omicida: Barbara D’Urso imputata per diffamazione
A querelare per diffamazione l’allora conduttrice del programma in onda su Canale 5 una donna della provincia di Pisa
PISA. In una puntata di Pomeriggio Cinque, nel maggio del 2018, le aveva dato dell’amante di Michele Buoninconti. Poche ore prima che quest’ultimo fosse condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio della 37enne Elena Ceste, sua moglie e madre dei suoi figli, scomparsa dalla loro casa di Costigliole d’Asti (Piemonte) nel gennaio del 2014 e il cui corpo fu ritrovato in un canale poco distante nell’ottobre dello stesso anno. Lei, una donna di 63 anni di Vicopisano, sposata da anni con figli, si era sentita profondamente offesa da quell’espressione, ritenuta falsa e denigratoria.
È per questo che aveva querelato per diffamazione Barbara D’Urso, allora conduttrice del programma in onda tutti i giorni su Canale 5, colei che l’aveva definita amante di Buoninconti davanti a milioni di telespettatori. Quel giorno durante il programma fu mostrato anche il suo profilo Facebook e l’inviata andò a cercarla nel paese dove abitava.
A distanza di 7 anni e con in mezzo diversi valzer di competenza che hanno coinvolto le procure di Roma e Monza, il procedimento è arrivato al tribunale di Pisa. È qui che Maria Carmela D’Urso, in arte Barbara, è imputata per diffamazione nei confronti della 63enne pisana e da tale accusa dovrà difendersi tramite i suoi legali. La donna che l’ha querelata, parte civile nel processo e rappresentata dall’avvocato Rubina Colombini, era entrata in contatto con Michele Buoninconti nel periodo della vicenda giudiziaria che lo vedeva accusato di omicidio.
Lei si era interessata al caso convinta quell’uomo che quell’uomo viveva non lontano da sua madre fosse innocente. Una convinzione che divenne più forte dopo qualche scambio epistolare con l’imputato, di cui divenne una specie di ambasciatrice a distanza, impegnandosi nel tentativo di riavvicinare Buoninconti alla figlia minorenne. Per perorare la causa del padre, cominciò a contattarla in vari modi, senza tuttavia rendersi conto di aver creato un disagio nella ragazzina che, con i suoi tre fratelli, aveva perso entrambi i genitori ed era già stata per anni al centro dell’attenzione dei media.
Fino a che non venne anche denunciata e poi accusata di molestie, salvo poi ravvedersi, scusarsi e ottenere il ritiro della querela nel 2019. Così uscì una volta per tutte da una vicenda che le aveva causato ripercussioni, rispetto alla quale rivendicava (e rivendica tuttora) però di aver avuto un ruolo diverso da quello che le era stato attribuito in tv. Non certo quello di amante di Buoninconti, appellativo da cui si era sentita fin da subito umiliata.
Nei prossimi mesi il processo andrà avanti, anche se i termini della prescrizione del reato non sono lontani. Sarà la parte civile, nel caso, a valutare se spostare la lite e la relativa pretesa in ambito civilistico.
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