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Pisa, piena dell’Arno: i 10 centimetri che hanno fatto la differenza. E dopo la paura torna la normalità: ponti puliti dai detriti

di Giuseppe Boi

	I lavori di rimozione dei detriti della piena a Pisa
I lavori di rimozione dei detriti della piena a Pisa

Partiti già i lavori per rimuovere quanto portato dalla piena, il sindaco Conti: «Tenere pulito l’alveo, gli argini e tutto il corso dell’Arno, contribuirà ad aumentare la nostra sicurezza»

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PISA. Il ritorno alla normalità passa anche da qualche disagio. Ma, se fino a 24 ore prima temevi di finire, ogni elemento può risvegliare l’allarme. Così ieri mattina (domenica 16 marzo), con Pisa sotto un tiepido sole dopo giorni di pioggia, il timore che rimbalzava sui social e sulle bocche delle persone era: «Chiudono di nuovo i ponti». Una notizia solo in parte vera. Perché sì, ieri mattina gli attraversamenti sull’Arno sono stati chiusi, ma solo temporaneamente per consentire di rimuovere i detriti accumulati dalla piena.

A spiegare i lavori in corso e il perché è stato lo stesso sindaco Michele Conti. «Superati i momenti critici dei giorni scorsi, si comincia a tornare alla normalità – ha scritto il primo cittadino sui social –. Sono in corso le operazioni di pulizia dei ponti cittadini, per liberarli dal materiale accumulato dalla piena». «Tenere pulito l’alveo, gli argini e tutto il corso dell’Arno, contribuirà ad aumentare la nostra sicurezza», ha aggiunto Conti prendendosi i complimenti dei sostenitori – «nelle piene passate ci volevano mesi e mesi prima di vedere rimuovere l’ammasso di rami accumulati sulle pile dei ponti» – subito rimbeccati dai più critici: «I piloni del ponte della Fortezza erano pieni di legna già prima della piena».

Un anticipo delle polemiche dei prossimi giorni, sebbene vada sottolineato che la macchina dell’emergenza in città abbia funzionato. Grazie all’impegno di tutti. «Il peggio è passato e arrivano ovviamente i ringraziamenti – ha scritto Sandra Capuzzi, commissaria straordinaria della Misericordia di Pisa –. Leggo e apprezzo i ringraziamenti alla Folgore, all’esercito, alle forze dell’ordine e alla polizia municipale, ai vigili del fuoco, alle istituzioni e ai sindaci. Esiste un mondo che non è fatto di professionisti retribuiti, ma di persone che gratuitamente hanno risposto a un appello e, a fianco di tutti gli altri, hanno caricato sacchini, sistemato transenne, accolto persone in difficoltà, trasportato persone fragili, messo a disposizione mezzi di soccorso e speciali. Un mondo fatto di volontari: le donne e gli uomini della Croce rossa, delle Pubbliche assistenza e delle Misericordie».

Parole di riconoscimento per i tanti in prima linea davanti a un’emergenza concreta. L’Arno, infatti, era realmente sul punto di esondare. Lo dimostrano senza se e senza ma i dati della stazione idrometrica di Pisa a Sostegno (posizionata poco prima del ponte della Cittadella). Alla mezzanotte e 15 minuti di sabato – dopo un venerdì di costante crescita e conseguente paura – segnava 490 centimetri. Appena dieci in meno di quella quota cinque metri considerata la misura massima per contenere il fiume. Se superata ora staremo parlando di un probabile disastro. 

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