Il Tirreno

Livorno

Maltempo

Collesalvetti, un lago al posto delle coltivazioni: danni anche all'azienda Frescobaldi

di Flavio Lombardi

	I campi coltivati sul territorio di Collesalvetti invasi dall’acqua
I campi coltivati sul territorio di Collesalvetti invasi dall’acqua

L’apertura dello Scolmatore ha devastato i campi: 500 ettari seminativi invasi dall’acqua. Danneggiate numerose aziende agricole, distrutte le colture di grani antichi di Frescobaldi

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Se catastrofe non è, poco ci manca. Sono almeno 500 gli ettari seminativi, invasi dalle acque dello Scolmatore nella zona di Collesalvetti. Un report a distanza di 24 ore e che ieri nel tardo pomeriggio non era ancora definitivo (il conteggio finale si potrà fare solo a chiusura delle cateratte che erano state aperte, ndr) che mette in ginocchio aziende e che richiede interventi che si dimostrino definitivi.

Un cataclisma che poteva avere dimensioni anche più grandi, pensando che danni ulteriori si sarebbero potuti verificare col tracimare del Tora. Sono le ferite inferte dal Tanna, e dell’Isola, una sorta di “sfogo” lungo un fronte di circa quattro metri che la forza dell’acqua ha naturalmente trovato, rompendo l’argine fuoriuscendo in corrispondenza dell’autostrada e in prossimità di Badia.

La grande quantità di acqua derivante dall’Arno, ha impedito il regolare scorrimento di questi altri affluenti che hanno trovato un muro, tornando indietro. Solo a cateratte chiuse, l’abbassamento conseguente dei livelli, può, in questi casi, riportare la situazione alla normalità.

I vigneti Frescobaldi, fortunatamente ne sono salvi. Ma la medesima azienda accusa dalla parte che guarda l’autoparco del Faldo, 60 ettari affogati di coltura a grani antichi, più altri 40 che al momento erano inutilizzati.

Allagati poi, tutti i campi dell’agricoltore Teghini e di Mondini che è agricoltore e pastore. Paolini, con le sue patate, ortaggi e grano, Concistori cereali, Bargagna cereali, Tirabasso cereali e fieno.

Un mare al posto delle coltivazioni, ormai andare irrimediabilmente perdute.

La frana di Nugola

Passata inizialmente in secondo piano, si tratta di una frana che riapre il dibattito. Siamo in via della Cerreta, un punto che già aveva fatto discutere, in corrispondenza dell’abitato di Nugola dove c’è anche l’ufficio postale. Una frana in conseguenza del maltempo del novembre 2023, lungo il ciglio della strada. All’altezza di una proprietà privata era nato un contenzioso sul ripristino, risolto inizialmente con la chiusura totale dell’arteria. Impedendo in quel modo la comunicazione verso Mortaiolo e Vicarello, ma andando ad isolare anche delle abitazioni del posto. Creando disagi per il servizio del trasporto pubblico, ma potenzialmente anche disagi in caso di intervento di mezzi di soccorso. Ascoltando i consigli dei residenti, ed in attesa di trovare una soluzione, si riaprì nei mesi scorsi la strada, utilizzando solo metà della carreggiata, mettendo un cordone di new jersey a protezione, istituendo con un semaforo, il senso unico alternato su quel segmento che interessa una quarantina di metri. Il maltempo di venerdì ha sparigliato le carte. 

Un primo smottamento, poi, quello più consistente registrato in un secondo tempo, con la barriera in cemento spostata dalla grande quantità di terreno venuto giù fino alla parte opposta della strada. Detriti anche nelle case. Nella giornata di sabato, il sopralluogo tra gli altri, della presidente della Provincia Sandra Scarpellini, di Pietro Vincenzo Raschillà comandante dei vigili del fuoco di Livorno, di Maurizio Trusendi comandante della polizia provinciale e della sindaca di Collesalvetti Sara Paoli. Le immagini sono inequivocabili. La frana, ha cominciato ad interessare le fondazioni del garage e potrebbe farlo anche su quelle della abitazione li vicino. Un evento che necessita adesso di un intervento veloce e certo molto più costoso rispetto a quanto sarebbe stato necessario fino a poco tempo fa. Evacuate 4 famiglie, ieri la sindaca Paoli ha ordinato la demolizione del fabbricato e della pergola.


 

Primo piano
La storia

In Toscana c’è un borgo con una sola bottega rimasta: «Chiudo solo a Natale. Non mollo, altrimenti il paese muore» – Video

di Luca Barbieri
Sani e Belli