Il Tirreno

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Condannato a 15 anni e 8 mesi l’assassino di Maria Campai: la vita e i figli in Toscana prima della tragedia nel garage dell’orrore

di Redazione web

	Maria Campai e il garage in cui è stata uccisa
Maria Campai e il garage in cui è stata uccisa

Secondo le indagini, al termine di un incontro sessuale a pagamento, il giovane l’aveva aggredita con violenza, strangolandola e colpendola ripetutamente. A venturina vivono l’ex marito e i figli

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VENTURINA. È stato condannato a 15 anni e 8 mesi di reclusione il giovane di Viadana, in provincia di Mantova, responsabile dell’uccisione di Maria Campai, 42 anni, avvenuta nel settembre del 2024. Il ragazzo, all’epoca ancora minorenne, aveva attirato la donna nel garage di casa sua, trasformato in palestra, dopo averla conosciuta su un sito di incontri.

La dinamica del delitto

Secondo le indagini, al termine di un incontro sessuale a pagamento, il giovane l’aveva aggredita con violenza, strangolandola e colpendola ripetutamente. Successivamente aveva trasportato il corpo in un giardino di una villa abbandonata, ricoprendolo con foglie e arbusti per nasconderlo.

Le ricerche online e la confessione

Agli investigatori il ragazzo aveva dichiarato: «Volevo scoprire cosa si prova». Nei giorni precedenti all’omicidio aveva cercato sul web informazioni su come uccidere una persona e su pratiche di sesso estremo.

Il ritrovamento

Il cadavere è rimasto all’aperto per una settimana, fino al 24 settembre, quando i carabinieri lo hanno rinvenuto. Nel frattempo il giovane aveva continuato la sua vita quotidiana tra scuola e allenamenti, come se nulla fosse accaduto.

La vita in Toscana

Maria Campai, di origini romene, aveva vissuto per oltre vent’anni in Val di Cornia, in Toscana. A Venturina risiedono ancora il marito Gabriele e i due figli della donna, oggi  24 e 21 anni, entrambi impegnati nel settore della ristorazione come aiuto-cuoco e cameriere. Campai aveva assunto il cognome del marito dopo le nozze celebrate in Romania, dove la prassi consente di mantenere il cognome del coniuge. Tra il 2017 e il 2020, dopo la separazione, si era trasferita a Parma dalla sorella. L’ex marito, nei giorni successivi alla tragedia, aveva raccontato a Il Tirreno: «Nel 2022 abbiamo formalmente divorziato. Eravamo comunque già separati di fatto da alcuni anni e tutto è avvenuto in modo consensuale, tant’è che avevamo continuato a mantenere rapporti normali, da persone civili. Anche e soprattutto per il bene dei nostri figli, che Maria sentiva spesso al telefono e in videochiamata».

L’autopsia

Gli esami medico-legali hanno confermato la brutalità dell’aggressione: la donna era stata prima strangolata con una mossa di wrestling e poi colpita con forza al volto, al cranio e al torace.

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