Trapani. «Siamo sulla strada giusta. Finali di partita da correggere»
Contro Roseto il play è stato il migliore: ce la stiamo giocando con le più forti
MONTECATINI. Tra le note più liete della sconfitta degli Herons al fotofinish con Roseto domenica al PalaTagliate, c’è sicuramente la prestazione di Emanuele Trapani.
Con le sue accelerate e i suoi 17 punti, "l’apprendista stregone", soprannome coniato dallo speaker Gianluca Mirandola, ha trascinato i suoi fino a un passo dall’infliggere il primo ko stagionale a una Liofilchem che si conferma la squadra da battere, più cinica nell’ultimo quarto grazie alla stella lituana Austikalnis. Pur in uscita dalla panchina, il play abruzzese classe ’99 sta conquistando il pubblico rossoblù. Nonostante questo ko e quello a Ruvo di Puglia, la Fabo (a quota 8 punti in 6 giornate al pari di Pielle Livorno e Salerno, dietro a Roseto, 12, La T Gema e Ruvo, 10) è comunque in crescita. Resta però da limare un difetto non da poco: i cali nei finali di partita.
Trapani, oltre all’amaro in bocca questo big match vi lascia anche maggiore consapevolezza?
«Direi di sì. Abbiamo perso di 3 dopo essere stati quasi sempre sopra (33’ in vantaggio, nda) tranne negli ultimi minuti, un mese fa in Supercoppa andò diversamente. Abbiamo fatto molti passi avanti e dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Dall’altra parte ci dobbiamo un po’ togliere questa scimmia dei finali di partita, in cui subiamo tanti punti e per un motivo o l’altro perdiamo l’ultimo quarto. Purtroppo finora è stata una costante. Mentre Cassino, Roma, Caserta e Latina non ci hanno punito, Ruvo e Roseto l’hanno fatto e su questo dobbiamo sicuramente migliorare».
Secondo lei da cosa dipende? «Credo da un fattore mentale, non saprei ma a volte è come se ci bloccassimo. Contro Roseto forse abbiamo meno colpe rispetto anche alla partita di Ruvo, ho rivisto gli ultimi 3-4 minuti e in attacco abbiamo creato buoni tiri che non sono entrati, mentre loro hanno messo canestri difficili e decisivi».
Alcuni cercano il motivo nell’assenza di un giocatore chiave alla Austikalnis. C’è un fondo di verità?
«Il go to guy (l'uomo da cui andare, in gergo statunitense, nda) come ti fa vincere può farti anche perdere, non penso che sia quello il motivo. Secondo me non averlo è la nostra forza, a Orzinuovi due anni fa non lo avevamo e vincevamo sempre. È più un discorso di cinismo collettivo, con Roseto abbiamo sbagliato qualche canestro da sotto e in queste partite i dettagli contano».
Detto questo, la sua prestazione parla per lei: l’abbiamo vista in forma..
«Non mi piace molto parlare di me, cerco sempre di rendermi utile alla squadra. Non sono uno da 20 punti a partita, sono più un giocatore che crea anche per gli altri oltre che per sé, a volte riesco a segnare di più altre volte meno. Ma ci metto sempre energia, cerco di difendere forte e correre. Di sicuro la paura non mi manca».
Sarà merito di quella cavalletta che l’ha puntata nel secondo quarto?
«(Ride, nda). Mi sono ritrovato questo insetto davanti ed è stato un po’ strano perché nello scansarmi si è distratto anche il mio avversario e ne ho approfittato. Non mi era mai capitata una cosa del genere».
Qualche istruzione per l’uso per le prossime partite?
«Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, anche se siamo senza straniero ce la stiamo giocando con le più forti. Adesso avremo due partite in trasferta con squadre che non hanno nulla da perdere: dobbiamo imporre i nostri ritmi, la nostra aggressività e giocare il più liberi possibile mentalmente. Io rimango tranquillo, ancora non siamo al nostro massimo. Dobbiamo mettere più in ritmo Dimitri (Klyuchnyk, nda) che per colpa nostra non sta avendo tanti palloni. Allenandoci in modo intenso sistemeremo tutto, siamo sulla strada giusta. Ciò che mi piace è che stiamo migliorando di partita in partita».
Quanto è insidiosa la trasferta di domenica a Chiusi?
«Chiusi viene da due grandi vittorie (con Ravenna e Caserta, nda), sta crescendo e ci dovremo far trovare pronti. Non la dobbiamo sottovalutare, come del resto nessun'altra squadra in questo girone, ma se rimaniamo concentrati noi siamo più forti».