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Montecatini, addio a Moreno Michelotti: ha gestito discoteche di successo

di Luigi Spinosi

	Moreno Michelotti
Moreno Michelotti

Aveva 80 anni: è stato un vulcano di idee, di creatività, di passione. Al suo nome è legato soprattutto il mitico Keruba. È stato un vulcano di idee, di creatività, di passione. A Margine Coperta l’ultimo saluto

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MONTECATINI. Quella porta è chiusa da decenni, e anche dell’insegna, con la scritta nera a “chiazze” gialle su fondo bianco, resta solo la struttura che la sosteneva. E adesso, con la scomparsa del suo storico gestore, restano solo i ricordi di chi ha vissuto i propri 20 anni e dintorni nella Montecatini degli anni Ottanta. Venerdì si è spento, a 80 anni, Moreno Michelotti, e con lui si è chiuso un capitolo della storia della città.

Un vulcano di idee, di creatività, di passione: così lo ricordano i tanti amici che ne piangono la scomparsa. Far star bene la gente, farla divertire, era la sua professione e, in un certo senso, la sua missione.

Una missione che lo ha portato a lavorare in giro per il mondo, ma è soprattutto a Montecatini che ha lasciato il segno. C’è la sua impronta per esempio sulla bella avventura dell’Area, la discoteca sulla collina tra Montecatini e Pieve. Ma nell’immaginario della generazione di valdinievolini che oggi è sulla soglia dell’età pensionabile, ma che negli Ottanta stava passando dall’adolescenza alla giovinezza, il nome di Michelotti è legato soprattutto a un locale, il Keruba. Erano anni particolari, quelli del “disincanto”, con tutti i pro e i contro del caso. Si usciva dagli anni di piombo, che nella memoria di chi li ha vissuti lasciano immagini in bianco e nero come quelle delle tv dell’epoca, per passare agli anni in cui la ricerca del divertimento era una missione e in cui le immagini dei nostri ricordi sono diventate all’improvviso a colori. Uno spirito che arrivava anche in provincia, e pure in Valdinievole. E dopo la pionieristica “Doppio Vu” (chissà in quanti se ne ricordano ancora) fu un fiorire di discoteche a prendere il posto di quelle che, fino ad allora, erano chiamate sale da ballo. Altre generazioni, altra musica, altro spirito. E tra queste un posto di rilievo lo ha occupato il Keruba, la discoteca di piazza del Popolo, al centro della città e del percorso delle “vasche” montecatinesi.

Ebbene, dietro il successo di quella discoteca, a cui si accedeva scendendo dalla porta a fianco del Bar Biondi, c’era proprio Moreno Michelotti. È stato lui, assieme all’amatissima moglie Laura Niccolai, non solo a gestire la discoteca, ma a darle anche un’anima, facendone un punto di riferimento per la gioventù di allora, nonostante non mancasse certo la concorrenza, a partire dal vicinissimo Kursaal per arrivare all’altrettanto celebre Concorde, che con le sue sei piste e le dimensioni titaniche sembrava quasi un’antitesi filosofica rispetto all’ambiente più intimo del Keruba.

Ecco perché la scomparsa di Michelotti non è solo un colpo tremendo per i suoi familiari, a partire dai figli Mirko e Jacopo, cui va l’abbraccio sincero di tutta la redazione, ma è anche una ferita per chi quegli anni li ha attraversati e che oggi perdono uno dei sui artefici. In molti, tra chi oggi si trova a passare da piazza del Popolo, nemmeno fanno caso a quella porta nera accanto al terrazzino esterno del Biondi, e tantomeno possono sapere delle domeniche trascorse dai loro genitori (se non dai loro nonni) lì davanti in attesa che quella porta si aprisse.

Oggi il Keruba non c’è più, come non ci sono più il Kursaal o il Concorde, e tanti altri locali, e ora non c’è più neanche Moreno. Ma piace pensarlo adesso accanto alla sua adorata Laura, scomparsa poco più di un anno fa.

Tante, tantissime, le testimonianze di cordoglio, tra cui quella del sindaco di Montecatini Claudio Del Rosso: «Per molti – ha scritto il primo cittadino – il nome di Moreno Michelotti potrà non dire molto, ma per tanti altri significa ricordi, emozioni e giovinezza. Il Keruba, piazza del Popolo, gli anni’ 80 e ’90, sono stati un punto di riferimento, un luogo simbolo di Montecatini e di tutta la Toscana e un pezzo indimenticabile della nostra vita. Chi ha vissuto quegli anni non potrà mai dimenticare l’emozione di scendere quelle scale per la prima volta, il sorriso e la gentilezza di Moreno e Laura, i gestori storici e mitici, le domeniche pomeriggio, le feste, la musica e le amicizie nate lì. Il Keruba è stato il nostro Studio 54, e Moreno e Laura ne erano l’anima. Con Moreno se ne va una parte di quella magia, ma il suo ricordo resterà sempre vivo in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Riposa in pace, Moreno».

Domeni (lunedì 3 novembre) alle 15, alla chiesa di Santa Rita a Margine Coperta, la cerimonia di addio. 


 

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