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La mossa

Azione collettiva europea contro Booking, aderiscono anche gli albergatori di Montecatini

Azione collettiva europea contro Booking, aderiscono anche gli albergatori di Montecatini

Contro la clausola che impone di mantenere le stesse tariffe di quelle offerte sulla piattaforma

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Montecatini Un’azione collettiva contro Booking.com, la celebre agenzia di viaggi online che attraverso le clausole di parità anticoncorrenziali applicate (che impongono alla singola struttura alberghiera di mantenere lo stesso prezzo offerto dalle piattaforme di distribuzione sul web) avrebbe causato rilevanti perdite finanziare agli alberghi in tutta Europa, gonfiando le commissioni pagate al portale. E Montecatini è pronta a fare la sua parte, data anche l'ampia fetta di mercato che gli alberghi cittadini "cedono" all'intermediazione online.

Lo scorso 19 settembre, infatti, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato che le clausole di parità di Booking violavano le normative sulla concorrenza, riconoscendo il diritto in favore degli hotel a ottenere un risarcimento in base ai principi giuridici stabiliti dall’Ue stessa. Alla luce di questa sentenza l’Hotrec (associazione che rappresenta gli interessi del settore alberghiero e della ristorazione in Europa) insieme alla Federalberghi e alle associazioni nazionali degli albergatori di altri 25 Paesi europei, fornisce a tutti gli hotel la possibilità di partecipare a un'azione collettiva al fine di ottenere un risarcimento per i danni causati mediante le clausole di “parity rate” relative al periodo 2004-2024. Gli hotel potrebbero così recuperare una parte significativa (30% o più, secondo le stime) del totale delle commissioni pagate a Booking nel periodo contestato, più gli interessi.

«Booking continua a farla da padrone nel mercato della transazioni alberghiere, mettendo a rischio la libera concorrenza nell’intero settore. L’intermediazione alberghiera da parte delle piattaforme online a Montecatini raggiunge altissime percentuali sul fatturato delle vendite dei soggiorni, che vanno anche oltre il 30%, con commissioni che si attestano su una base del 18%, che possono salire fino al 25-30% in base alla visibilità richiesta», dice il presidente dell’Apam Federalberghi Carlo Bartolini. Lo studio internazionale che coordina l’azione ritiene che la richiesta delle imprese italiane sia ammissibile, in quanto basata sul presupposto che Booking abbia continuato a imporre alle strutture l’obbligo di parità tariffaria. Per il singolo albergatore non ci saranno inoltre né costi (che saranno assunti da un fondo internazionale), né rischi di alcun genere.

La Federalberghi si sente di escludere la possibilità di eventuali “ritorsioni” nei confronti dei singoli hotel, in quanto - operando in un contesto normativo europeo - l’agenzia si esporrebbe a ulteriori azioni legali. Qual è l’impegno richiesto agli alberghi? Solo quello di aderire tramite una piattaforma Internet, firmare la procura e l'accordo di finanziamento del contenzioso, fornire alcune informazioni sulla società e caricare le fatture di Booking.com relative al periodo 2004-2024, che sono (in parte) disponibili sull'extranet del portale. Il tutto entro il 31 luglio. «La partecipazione dei colleghi a questa azione legale contribuirà a inviare un chiaro segnale che la comunità degli albergatori è unita, quando si tratta di difendere i propri interessi nei confronti degli operatori che dominano il mercato – conclude Bartolini – e per questo lanciamo un appello a tutti gli associati affinché si attivino per la semplice pratica di inserimento nella causa. Già migliaia di alberghi in Italia e Europa hanno aderito all’azione collettiva. Facciamo anche noi la nostra parte». l

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