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Gina Lollobrigida: «Con Collodi e Pinocchio un legame d’amore che non ha mai reciso»

Gina Lollobrigida: «Con Collodi e Pinocchio un legame d’amore che non ha mai reciso»

Il presidente della Fondazione ricorda l’indimenticabile fata turchina di Luigi Comencini

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COLLODI. Il legame che ha unito Gina Lollobrigida con Collodi e il magico mondo di Pinocchio affonda le sue radici nei primi anni Settanta. Luigi Comencini scelse l’indimenticabile attrice, morta ieri a 95 anni di età, per il ruolo della fata turchina per il suo capolavoro “Le avventure di Pinocchio”, trasmesso in sei puntate sulla rai.

«Si trattò di un successo travolgente – ricorda il presidente della Fondazione Collodi, Francesco Bernacchi – che nessun altro film dedicato alla creatura di Carlo Lorenzini ha più registrato».

Gina Lollobrigida entrò quindi nelle case di tutti gli italiani tramite lo schermo televisivo indossando le vesti della fatina buona, artefice in prima persona della metamorfosi del discolo burattino.

«Moltissime volte – continua Francesco Bernacchi – la grande attrice mi ha confidato che quella parte la fece conoscere da un pubblico estremamente più vasto di quello cinematografico, conferendole altresì quell’alone di bontà che, dopotutto, era la sua essenza più vera».

La vera magia della fata turchina fu quindi quella di trasformare l’immagine da attrice sensuale qual era agli esordi della sua carriera a quella più rassicurante di quando il suo percorso artistico si avviò alla piena maturità.

«Grazie alla favola di Pinocchio e alla rilettura di Luigi Comencini – prosegue il presidente della Fondazione – l’attrice entrò nella sua maturità artistica interpretando un ruolo da grande protagonista, che è poi rimasto nell’immaginario collettivo di tutti».

Donna dalle mille risorse e dalle molteplici capacità, Gina Lollobrigida seppe, in età matura, palesare una vena creativa diversa. Si dimostrò infatti abile fotografa, raffinata pittrice ma, soprattutto, scultrice di grande raffinatezza e fantasia. Fu proprio per assecondare questa sua vena artistica tardiva che, non più giovanissima, iniziò a frequentare assiduamente Pietrasanta, patria riconosciuta della scultura.

«Quando da Roma si recava in Versilia – racconta Bernacchi – Gina Lollobrigida si fermava sempre a Collodi. Una fermata alle nostre latitudini costituiva per lei una sorta di ritorno a un passato verso il quale esprimeva solo gratitudine. Collodi era per lei uno specchiarsi all’interno della sua personalità di artista, e questo legame non lo ha mai reciso».

Francesco Bernacchi, che proprio oggi volerà a Los Angeles per inaugurare un importante percorso espositivo multimediale dedicato al burattino più famoso del mondo, rivela poi quello che, forse, ha costituito uno dei più grandi rimpianti artistici di Gina Lollobrigida: non essere riuscita a organizzare proprio a Collodi una mostra personale di sue sculture dedicata all’epopea di Pinocchio.

«Molte volte mi aveva esposto questo desiderio – conclude Bernacchi – illustrandolo in ogni suo dettaglio. Purtroppo questa bellissima idea forse era giunta a maturazione quando le sue forze iniziavano a venir meno. Peccato perché, ne sono certo, si sarebbe trattato di un successo senza eguali».

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