Il Tirreno

Dopo la paura

A casa dopo l’uragano i primi 40 turisti apuani: ma il rientro è con l'imprevisto

di Giovanna Mezzana
A casa dopo l’uragano i primi 40 turisti apuani: ma il rientro è con l'imprevisto

Nel Parmense la polizia di Stato ferma il pullman

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CARRARA. A casa, finalmente. È finito il lungo soggiorno giamaicano per 40 dei 60 turisti apuani rimasti prigionieri nell’isola dei Caraibi sotto-scacco dell’uragano Melissa. Mentre toccavano il suolo del Belpaese, gli altri venti, ieri, erano a Santo Domingo, in attesa di salire su un aereo con destinazione Milano: arriveranno oggi, domenica 2 novembre. E anche nel viaggio di ritorno del primo gruppo rientrato in Italia non si è fatto attendere un contrattempo imprevisto.

Un po’qua, un po

È il 19 ottobre quando partono dall’Italia. Trascorrono sette giorni di una vacanza, a detta di molti, «bellissima». Sono tutti a Negril, sulla costa occidentale della Giamaica. Poi compare l’alert per l’arrivo della tempesta tropicale, e il gruppo viene diviso: venti rimangono a Negril cambiando però resort, 40 sono trasferiti un po’più a nord, a Montego Bay.

Barricati

C’è grande apprensione per tutti: dall’Italia, dalla Farnesina. Quando Melissa tocca la Giamaica, corre a 300 chilometri allora. Poi, fortunatamente, mentre investe le location in cui si trovano gli apuani, la sua furia si è placata: a Montego Bay spinge fino a 160 chilometri orari. Dietro di sé lascia comunque devastazione.

«Non bastava. . .»

In Italia è l’ora di cena quando venerdì lasciamo i 40 apuani: sono a Santo Domingo, dove sono giunti da Montego Bay, e si stanno concedendo una pausa ristoro al villaggio Vera Tour. Da lì prendono poi un aereo che li porta a Roma. Lo scalo, l’attesa, quindi la ripartenza per Verona. Sono le 11, 30 di ieri quando atterrano all’aeroporto veneto. A questo punto manca solo l’ultimo tratto del viaggio che deve essere percorso battendo l’asfalto. Salgono su un pullman E, giunti nel Parmense, quando sentono il bisogno di una sosta all’autogrill di Medesano, vengono fermati da un altolà: «Non ci crederete – scrivono agli amici nelle chat WhastApp – ma la Polizia sta controllando il pullman. Sarà anche una verifica di routine ma non ne abbiamo già abbastanza? Sono 24 ore che siamo in viaggio». Si riparte, finalmente.

Gli abbracci

Tutto è bene quel che finisce bene e prima delle 16, 30 il pullman si ferma alla Covetta, nei pressi dei campi sportivi. Sono arrivati. C’è chi scende al volo, chi è stremato. Cominciano gli abbracci, i pollici che si alzano in segno di vittoria. Adesso manca solo l’arrivo degli ultimi venti tra cui il campione di retrorunning Giorgio Brizzi con la moglie e i cognati per scrivere la parola fine alla vicenda della vacanza giamaicana sotto assedio dell’uragano: arriveranno all’aeroporto di Milano.


 

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