Il Tirreno

Il progetto

Massa, Variante Aurelia: presentato ricorso al Tar

di Melania Carnevali

	Un tratto di Aurelia
Un tratto di Aurelia

Il comitato per il no ha lanciato una raccolta fondi per le spese legali

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MASSA. Lo avevano annunciato, con tanto di raccolta fondi per le spese legali, e lo hanno fatto: il Comitato no Variante Aurelia ha presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del provvedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via) relativo al primo lotto della Variante Aurelia a Massa. Il Tribunale Amministrativo regionale ha accolto l’istanza e si pronuncerà nel merito su un’opera che da anni divide opinione pubblica.

Alla base del ricorso, secondo quanto affermato dal comitato, ci sono «gravi criticità nella progettazione e nelle previsioni del primo lotto della Variante», che prevede lo spostamento del traffico da Turano a via Carducci. «Non si tratta di una riduzione del traffico – scrivono gli attivisti – ma di una sua mera traslazione, con un prezzo elevatissimo per la qualità della vita dei cittadini coinvolti».

La Variante Aurelia è un progetto pensato da anni per alleggerire la viabilità urbana di Massa, in particolare della frazione di Turano, e, secondo i promotori, migliorare la sicurezza e ridurre inquinamento e rumore. Il primo lotto, al centro della polemica, dovrebbe collegare il quartiere a via Carducci, convogliando parte del traffico pesante fuori dall’attuale tracciato urbano.

Ma secondo il comitato, il tracciato progettato comporterà tutt'altro che benefici. «Parlano di meno traffico, meno rumore e meno emissioni. Ma via Carducci – denunciano – è una delle arterie più densamente abitate della città, con scuole, servizi sanitari come l’Opa e la nuova Casa di Comunità, e una popolazione residente numerosa. Spostare qui i mezzi pesanti significa peggiorare la situazione».

Il ricorso al Tar è stato mosso anche sulla base della legge regionale toscana del 2014, che promuove un modello di sviluppo sostenibile e la tutela del suolo. «Un principio disatteso – affermano – da un progetto che prevede un ulteriore consumo di suolo e la cementificazione di aree potenzialmente a rischio idraulico».

E proprio sul rischio idraulico il comitato lancia l’allarme. I residenti di via Sei Ponti hanno segnalato le condizioni di incuria di uno dei tombini idraulici che dovrebbe gestire le acque piovane nell’area interessata dal tracciato. «Non viene tagliata nemmeno l’erba – si legge nella nota – mentre la strada si allaga ad ogni temporale. Pensare di costruire su questi terreni senza risolvere prima i problemi preesistenti è irresponsabile».

Tra le proposte alternative avanzate dal comitato e sostenute anche da ex figure istituzionali di rilievo, come un ex presidente del tribunale, c’è quella di sfruttare l’autostrada A12 per deviare il traffico pesante diretto dalla zona industriale di Massa verso la Versilia. «È una soluzione immediata e a costo zero per il territorio – sottolineano – che permetterebbe davvero di alleggerire il traffico urbano senza sacrificare nuove porzioni di territorio». Questa ipotesi, però, è rimasta fino a oggi fuori dal dibattito ufficiale, ignorata da molti amministratori pubblici, secondo il comitato «più attenti a difendere un’opera costosa e impattante, che a confrontarsi con alternative sostenibili e condivise».

I cittadini hanno voluto evidenziare anche il sacrificio economico necessario per avviare l’azione legale, sottolineando come i fondi siano stati raccolti dai cittadini. «Lo abbiamo fatto per tutelare il territorio e il bene comune».

Per contribuire: novarianteaurelia@gmail.com. 

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