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Lucca, cento anni di Turandot: «La bacchetta al Giglio sia di Beatrice Venezi»

di Redazione Lucca

	Beatrice Venezi
Beatrice Venezi

L’appello di Armando Pasquinelli (Lega) in consiglio comunale mentre ancora non si placano le polemiche intorno alla nomina al Teatro La Fenice di Venezia

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LUCCA. Lungi dal placarsi le polemiche intorno alla nomina al Teatro La Fenice di Venezia di Beatrice Venezi, il nome dell’artista lucchese torna a fare capolino nella sua città natale per una proposta – per ora solo tale – che arriva dai banchi della maggioranza in consiglio comunale: fare in modo che sia lei a dirigere a Lucca la Turandot in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dell’opera pucciniana.

Il caso della nomina fortemente contestata dal personale, musicisti in primis, della prestigiosa istituzione culturale veneziana, oltre che dai partiti che hanno ravvisato nel provvedimento non una scelta di merito ma una conseguenza del legame di Venezi con la premier Giorgia Meloni, non ha particolarmente scaldato il dibattito lucchese per quanto non siano mancati, nelle file del centrodestra, attestati di solidarietà al direttore d’orchestra.

Tuttavia le polemiche, bollate come «campagna denigratoria» dal consigliere comunale della Lega Armando Pasquinelli, danno ora l’assist allo stesso esponente del partito di Salvini per “raccomandare” al sindaco, Mario Pardini, di prendere in considerazione l’ipotesi di coinvolgerla nelle celebrazioni cittadine per la Turandot.

«È indubbio – ha detto Pasquinelli in occasione dell’ultima seduta del consiglio comunale – che Beatrice Venezi sia riconosciuta come ottimo direttore di orchestra, è una cittadina lucchese e nel centenario della Turandot mi piacerebbe che, per dare segno da parte della sua città natale nei confronti di una illustre concittadina, fosse possibile farle dirigere la Turandot».

Una proposta, o se vogliamo un appello, che per ora non ha avuto seguito e che potrebbe anche cadere nel vuoto. Ma che indubbiamente arriva nel bel mezzo del dibattito sulla nomina tutt’altro che sopito. Mercoledì scorso a Roma a prendere posizione in sua difesa era stata l’Ugl Creativi «Esiste un caso Venezi: un caso di discriminazione nei confronti di una donna e di un’artista che possiede tutte le competenze e il curriculum necessari per lavorare non solo in Italia, ma anche all'estero. Chiediamo che al maestro Venezi venga semplicemente consentito di fare il proprio lavoro», ha detto Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl insieme a Cesare Rascel, responsabile nazionale Ugl creativi. Di contro la rsu del teatro veneziano ha chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per avviare un confronto sulla situazione interna al teatro dopo allo scopo di «preservare la qualità e la credibilità di una delle più prestigiose istituzioni musicali italiane». 
 

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