Lucca, morto a 20 anni: lettera choc sul luogo della tragedia tra i ricordi degli amici - "Tabernacolo eccessivo"
Una lettera anonima lasciata tra i fiori riaccende il dolore della madre che si sfoga: «Ditemelo in faccia»
LUCCA. Lo incontra tutti i giorni anche se lui non c’è più dal febbraio 2023. L’assenza di un figlio che per la mamma Deborah Favilla si materializza ogni volta che la donna si reca nel “giardino” allestito sotto gli archi dell’acquedotto del Nottolini a Sorbano del Giudice. È il punto in cui il suo Jeremy concluse a 20 anni la sua esistenza terrena in un incidente stradale. Quel luogo dell’anima che fa dire alla madre «è l’unico modo che ho per alzarmi la mattina» a qualcuno non piace. Lo ritiene eccessivo. Si è preso la briga anche di scriverlo e farlo sapere.
Il biglietto nel luogo del ricordo
Un foglio a quadretti con scritta rossa: «Perdonate ma questo tabernacolo mi/ci pare eccessivo e sfacciato – Un po’di rispetto per i defunti». L’autore o gli autori misurano il dolore di una mamma e lo censurano considerandolo troppo vistoso. E invocano una cautela nei sentimenti da non ostentare, secondo il loro metro di giudizio sull’elaborazione del lutto.
La risposta della madre
Il primo istinto è stato una reazione di pancia, uno sfogo consegnato ai social sotto la foto della lettera di “richiamo”: «Chiunque tu sia...nell’aver lasciato questo biglietto nel giardino di mio figlio e mio... penso che sei tu.. . (ripeto chiunque tu sia) a non avere avuto rispetto (non di un defunto) ma di mio figlio! »
E ancora: «Tu, che hai oltraggiato il giardino di mio figlio e mio... per lasciare questa scritta indegna... sei tu, chiunque tu sia che non hai avuto rispetto per mio figlio. Ma so che mi è venuto il vomito appena ho letto questo foglio buttato lì nel giardino fiorito di Jeremy! E menomale non ti ci ho trovato, perché sennò sicuramente da domani venivano anche i parenti tuoi con me al tabernacolo».
Il giardino è nato poco alla volta dopo la tragedia in cui ha perso la vita Jeremy.
Un incidente che ha ancora uno strascico giudiziario per accertare eventuali responsabilità del conducente della Panda contro cui finì il giovane.
Il dolore della madre: «Mi ha fatto male»
«Non so chi possa essere stato – afferma la signora Favilla -. Di solito trovo letterine lasciate nel recinto. L’altra sera sono andata per innaffiare le piantine e ho trovato il foglio. Mi ha fatto davvero male. Non penso di disturbare nessuno nel mettere piante e fiori per mio figlio che non voglio chiamarlo defunto. Spesso ci trovo genitori che vengono con i bimbi, mai mi sarei aspettata una lettera del genere».
Deborah racconta di aver realizzato il giardino di Jeremy per trovare un senso a una vita stravolta dalla perdita di un figlio.
«Al cimitero non ci vado tanto volentieri – confida – . Occuparmi di quel giardino e come occuparsi di lui. Chi ha lasciato quel foglio ha mancato di rispetto a me e alle mamme che hanno perso i figli. Tutti i giorni sono al giardino. Lo faccio per lui e per me. È un modo per andare avanti».
L'appello
La mamma di Jeremy lancia un appello-sfida: «Chi ha scritto quella lettera deve riflettere sulle parole usate. Quel luogo lo tengo pulito e ordinato. Due fiori non fanno male a nessuno. Vorrei che mi dicessero in faccia, guardandomi negli occhi, quello che hanno lasciato tra i fiori di Jeremy. Solo per capire perché quello che faccio può dare fastidio».