Lucca, accoltellato in centro: «Colpivano per ammazzarmi, non dimenticherò i loro occhi»
La nostra intervista Vinicio Fruzzetti, il 78enne vittima della rapina in via del Battistero: «Ho preso almeno tre coltellate, una diretta al collo ma sono riuscita a schivarla». Il sindaco: «Individuati gli autori dell’aggressione»
LUCCA. «Sono in piedi e non era scontato». Vinicio Fruzzetti, 78 anni, è l’uomo che martedì notte, in via del Battistero, è stato accoltellato e rapinato da alcuni giovani mentre stava portando fuori il cane. Fruzzetti è persona molto conosciuta a Lucca, soprattutto nel mondo del volontariato: è lo storico fondatore e presidente dell’Aido, l’associazione per la donazione di organi. Per questo suo decennale impegno nel 2021 è stato insignito del titolo di “Ufficiale” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quando lo raggiungiamo al telefono è ricoverato all’ospedale San Luca. «Ho appena finito di parlare con l’anestesista – racconta –. Devono operarmi: le coltellate subite, almeno tre, hanno lacerato i muscoli della spalla e quindi dovranno suturarli attraverso un intervento chirurgico». I medici gli hanno dato una prognosi di 41 giorni. Ma poteva andare molto peggio.
Fruzzetti, ci racconta cosa è successo martedì sera?
«Attorno alle 22,30 sono tornato a casa, dopo una riunione. Mi ha accompagnato un amico in macchina. Sono arrivato al portone ma invece di salire ho chiamato mio figlio e gli ho detto di mandarmi giù il cane, un Border Collie, per fargli fare due passi. Di solito se ne occupa lui, ma già che ero fuori mi è sembrata una buona idea».
Dopo cosa è successo?
«Abbiamo camminato per via del Battistero e poi siamo tornati indietro. Rientrando ho incrociato tre giovani: una ragazza e due ragazzi, di cui uno con il volto completamente travisato. Dato che non sono nato ieri, mi sono voltato per controllare cosa stessero facendo e quando ho visto che i due ragazzi stavano venendo verso di me ho accelerato il passo per rientrare in casa. Purtroppo, non ho fatto in tempo: all’incrocio con via San Donnino mi hanno bloccato e hanno estratto i coltelli, uno ciascuno. “Dacci i soldi sennò ti ammazziamo”, hanno detto. Io non c’ho pensato un attimo: ho chiuso l’ombrello e gli ho dato due, tre “randellate” per allontanarli. Nel colpirli ho pure rotto l’ombrello. Evidentemente non si aspettavano una reazione. Uno di loro si è arrabbiato e ha cominciato a gridare: “Cosa fai? Ora ti ammazzo” e mi ha dato una coltellata diretta all’altezza del collo. Per difendermi ho alzato il braccio e così sono stato colpito alla spalla. A quel punto sono caduto a terra, mi hanno strappato il borsello e hanno continuato a colpirmi».
Dopo che è accaduto?
«Qualcuno si è affacciato alle finestre e loro sono scappati. Io ero per terra in un lago di sangue. Sono stato soccorso da una volontaria della Misericordia. Le ho fatto i complimenti per la medicazione che ha effettuato».
A ripensarci adesso come si sente?
«Fortunato. Poteva andare peggio. Se non fossero riusciti a strapparmi il borsello penso proprio che mi avrebbero ammazzato. Di sicuro mi ci vorrà un bel po’ per superare l’accaduto e i loro occhi non li scorderò mai».
Borsello e coltello sono stati ritrovati in un vicolo vicino alle poste.
«Sì, l’ho saputo. Hanno fatto un magro bottino, dentro c’erano appena cinque euro. Purtroppo, i documenti non sono stati recuperati. E pensare che, quando esco la sera col cane, non porto mai soldi proprio per evitare brutte situazioni. Ma ieri ero stato a una riunione e quindi ce l’avevo».
Cosa può dirci dei rapinatori?
«Poco. Erano vestiti di nero: uno aveva un cappuccio e una sciarpa che gli copriva il volto, l’altro si vedeva un po’ meglio. Secondo me non avevano nemmeno vent’anni. Dai tratti somatici sembravano di origine nordafricana ma chi lo sa. La ragazza che poco prima era con loro, invece, aveva la pelle più chiara. Probabilmente erano tossici che cercavano qualche soldo per comprare una dose».
Le indagini su quanto accaduto sono state prese in carico dalla polizia. Il questore Edgardo Giobbi, che curiosamente martedì sera era a spasso col cane in quella stessa zona, segue con grande attenzione la vicenda. Anche la Procura è stata informata dell’accaduto.
Oltre al racconto di Fruzzetti, ci sono alcuni testimoni che hanno assistito alla parte finale della rapina e che sono stati ascoltati dalle forze dell’ordine. Come detto, un coltello e il borsello della vittima sono già stati ritrovati in un vicolo vicino alle poste. E proprio dalle telecamere di sorveglianza dell’ufficio postale di via Vallisneri potrebbero arrivare elementi utili all’identificazione dei tre giovani. Secondo quanto raccontato da Fruzzetti, solo uno dei due aggressori lo avrebbe accoltellato, ma con violenza e con l’intenzione di colpirlo al collo. Una condotta che potrebbe configurare la volontà di uccidere e quindi l’ipotesi di tentato omicidio.
Intanto nella mattina di giovedì 17 aprile: «Ho appreso la notizia dell’individuazione degli autori della grave aggressione di via del Battistero. Ringrazio le forze dell’ordine per il grande sforzo investigativo ed operativo». Così il sindaco Mario Pardini.