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La storia del concerto che non fu, il “gran rifiuto” di Lucca a Bocelli

di Gianni Parrini
La storia del concerto che non fu, il “gran rifiuto” di Lucca a Bocelli

Un evento vip all’Anfiteatro, ma i commercianti hanno chiesto 250mila euro. La ricostruzione di una complessa vicenda

11 ottobre 2024
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LUCCA. Un artista internazionale, una piazza storica e un concerto per celebrare i 100 anni dalla morte di Puccini. Non si tratta del concerto diretto da Riccardo Muti sugli spalti delle Mura, trasmesso in mondovisione il 28 giugno scorso, ma di un altro grande evento che avrebbe potuto arricchire l’anno delle celebrazioni pucciniane con un unicum irripetibile. Un evento che avrebbe potuto esserci, ma che non c’è stato, forse per questioni di denaro (e su questo fronte i lucchesi vantano una discreta nomea), ma ancora di più per problemi logistici e di tempistica. Qualcuno ha ribattezzato l’evento mancato come il “gran rifiuto” dell’Anfiteatro ad Andrea Bocelli, l’artista in questione, ma la vicenda è un po’ più complessa. Cerchiamo di ricostruire l’accaduto.

Il concerto che non fu

Nella scorsa primavera, alcuni emissari dell’agenzia che organizza i concerti di Bocelli al Teatro del Silenzio di Lajatico si sono presentati a palazzo Orsetti, sede del Comune, per proporre un concerto in piazza Anfiteatro da realizzare il 30 agosto. Un evento esclusivo che avrebbe attirato in città personalità di fama internazionale, tra cui attori, politici e cantanti. Il meglio del jet set, come quello che solitamente presenzia ai concerti di Bocelli al Teatro del Silenzio, dove quest’anno, per fare alcuni nomi, c’erano Ed Sheeran, Russell Crowe, Will Smith e Johnny Depp. Al primo incontro in Comune erano presenti il sindaco e diversi esponenti della giunta, i quali accolsero positivamente la proposta. Tant’è che l’amministrazione organizzò un incontro a Palazzo Sani con i commercianti della piazza per esporre il progetto, che inevitabilmente li avrebbe coinvolti.

100+30

Durante l’incontro venne proiettato un video che mostrava una sorta di rendering dell’area concerto, ideato dagli emissari di Bocelli. Piccola precisazione: di fronte ai commercianti, non rivelarono mai il nome dell’artista, limitandosi a parlare di una star di fama internazionale, anche se era ormai chiaro a tutti di chi si trattasse. Il palco sarebbe stato montato nella parte più stretta dell’ellisse della piazza, circondato da tavoli divisi in due aree: una perimetrale, dove si trovano attualmente i tavoli dei locali, e una più interna, riservata agli ultra-vip. Circa 1. 000 spettatori, con biglietti dai costi molto elevati (qualche migliaio di euro) . Sullo sfondo, un ologramma del maestro Puccini, in omaggio ai 100 anni dalla sua morte, da festeggiare assieme ai 30 anni di carriera di Bocelli. Il concerto avrebbe potuto essere trasmesso in tutto il mondo. Perfetto sulla carta (o almeno nel video) , ma al momento di tradurre l’idea in realtà, sorsero i problemi.

Richiesta giusta o esosa?

Gli organizzatori proposero due opzioni ai commercianti: partecipare al catering per i tavoli della fascia perimetrale o, in alternativa, richiedere un indennizzo per i giorni di inattività, quantificati in tre, massimo quattro, ovvero il tempo necessario per allestire l’area del concerto. I commercianti avrebbero dovuto liberare la piazza da tavoli, sedie e ombrelloni, che sarebbero stati sostituiti dagli arredi scelti dalla produzione. Inoltre, si era ipotizzato l’uso dei bagni dei locali per l’evento, rendendo quindi i servizi igienici parte dell’organizzazione. In sintesi, le richieste agli esercenti non erano poche (3-4 giorni senza lavorare, rimozione degli arredi e disponibilità dei servizi igienici) . Scartata subito l’idea di partecipare al catering (troppo diverse le cucine per garantire un servizio omogeneo) , si optò per l’indennizzo.

Ma quanto chiedere? Questo era il punto cruciale. Bisognava tener conto che, nel corso dell’anno, i locali avevano registrato un significativo aumento della tariffa per il suolo pubblico, con l’Anfiteatro classificato come zona A++, la più cara della città. Tirate le somme, un portavoce degli esercenti (una decina quelli coinvolti) comunicò agli emissari di Bocelli, tramite una telefonata, una richiesta di circa 250mila euro, una cifra considerevole.

Evidentemente, dall’altra parte la somma venne giudicata eccessiva – pare dallo stesso Bocelli – e a quel punto si decise di non dare seguito alla proposta, con un certo malcelato sdegno.

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