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Lucca, i compensi dell’intramoenia: ecco i medici più pagati

di Gianni Parrini
Lucca, i compensi dell’intramoenia: ecco i medici più pagati

Al vertice sempre il ginecologo Bracco, dietro Mazzatenta

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LUCCA. Della libera professione intramuraria si parla spesso, talvolta senza avere ben chiaro di cosa si tratta. Con il termine intramoenia ci si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale pubblico, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa, di cui una parte (circa il 30%) va alla sanità pubblica che mette a disposizione spazi e strumenti. L’intramoenia venne introdotta agli inizi degli anni ’90 per consentire ai medici delle Asl di svolgere parallelamente un’attività privata: l’obiettivo era quello di mantenere i migliori medici nel pubblico garantendo loro la possibilità di rimpolpare lo stipendio (nel privato guadagnerebbero assai di più). Il sistema offre dei vantaggi anche per il cittadino, che ad esempio in questo ambito può scegliere il professionista da cui si vuole essere visitato e seguito.

Tuttavia, l’intramoenia produce anche situazioni sgradevoli, che spesso fanno storcere la bocca ai cittadini-pazienti, soprattutto quando le liste d’attesa sono intasate e presentano tempi biblici per l’erogazione di una prestazione. Prestazione che pagando, e quindi in regime di intramoenia, si può ottenere nel giro di qualche giorno, negli stessi luoghi e con gli stessi medici. A fare la differenza è il prezzo: in un caso c’è solo il ticket, nell’altro si versa una somma più alta: dai 100 euro in su. Ovviamente la materia è rigidamente regolamentata. Ad esempio, le ore di libera professione del singolo medico non devono superare il 50% del totale della sua attività.

Chiarito di cosa parliamo, diamo un’occhiata ai numeri. L’unica novità sostanziale è relativa alla trasparenza: da quest’anno, infatti, l’Asl nord ovest non pubblica più i compensi percepiti da tutti i dirigenti medici del servizio pubblico, ma solo dei responsabili di struttura, ovvero i primari. Scelta discutibile ma di cui possiamo solo prendere atto. Nell’infografica in alto pubblichiamo pertanto i compensi lordi percepiti nel 2023 per lo svolgimento di attività libero professionale dai responsabili delle strutture. Va detto anche i “primari”, proprio per la loro indiscussa professionalità, sono quasi sempre stati ai vertici di questa classifica.

Primo posto, dunque, per il ginecologo Gian Luca Bracco, che dall’attività libero professionale ha guadagnato 223mila euro. Secondo posto per il dermatologo Carlo Mazzatenta con 186mila euro. Terzo posto per l’urologo Carlo Alberto Sepich con 152mila euro. Subito fuori dal podio il gastroenterologo Giovanni Finucci (135mila euro), poi due grandi primari andati in pensione il 1° luglio di quest’anno: l’infettivologo ed epatologo Sauro Luchi (130mila euro) e l’oculista Fausto Trivella (121mila). Dietro di loro il primario di Cardiologia, fiore all’occhiello della sanità lucchese, Francesco Bovenzi (109mila euro).

Di intramoenia si è parlato di nuovo a seguito del recente decreto del governo per tagliare le liste d’attesa. L’obiettivo era dirottare sull’intramoenia gli utenti che non riescono a ottenere la prestazione entro i tempi stabiliti dal loro codice di priorità. Ovviamente facendo ricadere la spesa sulle Asl. Di fatto questa possibilità è già prevista da una normativa del 1998, che però è largamente inapplicata. Un po’ perché i cittadini non lo sanno, un po’ perché le procedure sono farraginose e infine perché i Cup non aiutano.

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