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L’attrice francese Huppert ospite del Lucca Film Festival: «La Toscana racchiude l’idea di bellezza»

di Michele Masotti
L’attrice francese Huppert ospite del Lucca Film Festival: «La Toscana racchiude l’idea di bellezza»

L’artista parigina aveva già lavorato nella nostra regione nel 1996 per le “Affinità elettive” dei fratelli Taviani

26 settembre 2023
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LUCCA. «La Toscana racchiude l’idea della bellezza che l’Italia custodisce. Delle mura di Lucca, poi, sono innamorata». Arriva da Isabelle Huppert, una delle ospiti più attese dell’edizione 2023 di Lucca Film Festival, l’ennesimo attestato per dei territori che flirtano da sempre con i concetti di arte e cultura. Zone che l’attrice francese, protagonista di una straordinaria carriera iniziata nel 1971, conosce molto bene. Nel 1996 tra Poggio a Caiano e San Miniato, distanti una cinquantina di chilometri dalla città dell’arborato cerchio, fu una delle protagoniste di “Le affinità elettive”, pellicola diretta dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani.

Da diversi giorni in Italia dove sta portando sui palcoscenici teatrali lo "Zoo di vetro", in uno dei su ultimi film Huppert si è cimentata in "La verità secondo Maureen K.", dove interpreta una rappresentante sindacale che lavora per un colosso dell'energia francese. Sotto la regia di Jean-Paul Salomè la trama, basata su una storia vera, racconta le minacce subite dalla donna nel momento in cui scopre un accordo segreto con le autorità transalpine che mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Da lì sarà vittima di violenza dovendo convivere, dopo una prima fase, con il sospetto di un'opinione pubblica incapace di credere alla sua versione.

«Per fare un bel film non basta recitare la parte di un personaggio realmente esistito – spiega Isabelle Huppert –. È una pellicola che porta alla ribalta temi sociali molto forti e pure attuali. Difficoltà nell'interpretare un ruolo a tre dimensioni? Mi piace di più rappresentare un personaggio con queste caratteristiche diverse. Maureen ha tre esistenze che si manifestano a seconda dei momenti. A tratti è la confidente che aiuta i lavoratori nelle loro difficoltà, poi diventa la vittima di violenza e infine anche la madre che, complici i suoi impegni, viene vista poco dalle proprie figlie. Ritengo che sia più complesso svolgere un ruolo monodimensionale».

“La pianista”, film che le valse il titolo di miglior attrice al Festival di Cannes 2001, ed “Elle” sono gli altri due, tra i tanti, capolavori dell’attrice francese che verranno proiettati al Lucca Film Festival.

Il legame tra Isabelle Huppert e l’Italia è tanto lungo quanto resistente. Mauro Bolognini, Marco Bellocchio, Marco Ferreri e Michele Placido sono solo alcuni dei registi che l’hanno diretta. Con lo sceneggiatore pugliese, a sua volta di casa a Lucca per ragioni familiari, ha girato nel 2022 “L’ombra di Caravaggio”, incentrato sull’irrequieto pittore di inizio XVII secolo. In quella pellicola, seppur senza girare scene assieme, Isabelle ha condiviso il set con la figlia Lolita. «È stata una bella esperienza – prosegue Huppert –. Si è trattato di un film di qualità su un personaggio complesso. Molto toccante osservare da vicino mia figlia, una professionista del settore. Senza scendere nei dettagli, lei parla un italiano migliore del mio (ride Isabelle Huppert ndr)».

L’entusiasmo e l’amore per questo lavoro dell’attrice francese, capace di ancora di dividersi tra teatro e cinema, non conosce soste. Diversi sono i progetti in ballo, alcuni sperimentali, altri con registi illustri del cinema italiano come Dario Argento che ha scelto la diva francese per il suo ultimo noir “The playlist”.


 

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