Il procuratore di Livorno Maurizio Agnello torna in libreria con un «pm basista» fra tycoon e festini hard
"Tutto torna" è il suo quinto romanzo: «Non è un attacco ai magistrati». Al centro la storia immaginaria di Fabio De Falco, toga dal passato oscuro, e un Csm travolto dagli scandali
LIVORNO. Un pubblico ministero dal passato oscuro, di nome Fabio De Falco, «direi per metà, se non per tre quarti, delinquente. Mi sono divertito a creare un antieroe». Il quale, in passato, era stato l’insospettabile basista di un colpo in banca e che nella narrazione del romanzo è impegnato su un’indagine per un analogo furto a un istituto di credito e l’omicidio di un giudice. Una storia, quella del pm siciliano, che si intreccia con personaggi di dubbio valore, come un imprenditore televisivo che sfrutta l’antimafia a suo favore, ama la politica ed è ossessionato dai comunisti, e un fotografo che ricatta le sue vittime e organizza festini hard a Milano.
“Tutto torna” è la quinta fatica letteraria del procuratore di Livorno, Maurizio Agnello, e da fine febbraio sarà disponibile al prezzo di 20 euro nelle librerie e su Amazon. Edito da “Leima edizioni”, si può già prenotare. Ieri pomeriggio, a Palermo, l’autore lo ha presentato per la prima volta al “Noz”, ai Cantieri culturali della Zisa, nell’ambito del “Winter Books”, una fiera del settore. Ha scelto la sua città per la “prima”, quella dove ha anche a lungo lavorato, prima di trasferirsi a Trapani e, da poco più di un anno, nella nostra città come capo della procura. Fabio De Falco è un uomo sempre in bilico fra lecito e illecito e che, come scrive il suo autore, insegue scopi che è pagato per perseguire.
La pandemia – il libro è ambientato durante l’emergenza Covid – lo costringe a un precipitoso rientro a Palermo, dove dovrà fare i conti non solo con la solitudine, ma soprattutto con le tante ataviche colpe che hanno costellato il suo passato, che sembrano essersi date appuntamento per presentargli il conto. E così il pm si troverà a indagare non solo sul misterioso omicidio di un giovane magistrato dal discusso passato ma anche, e paradossalmente, sul clamoroso furto ai danni del caveau di una banca di cui egli stesso era stato basista e che aveva fatto di un magistrato un ricchissimo ladro. «De Falco – spiega Agnello – è tutto ciò che un magistrato non dovrebbe essere. È misogino, ama stare da solo e non disdegna di accompagnarsi con le prostitute».
Molteplici sono i riferimenti ai fatti di attualità, più o meno recente che potremo leggere nel libro: un tycoon televisivo con la passione per la politica ossessionato dai comunisti, un imprenditore antimafia siciliano disposto a tutto per mantenere ed aumentare il proprio potere, un paparazzo arricchitosi rivendendo le foto più compromettenti ai diretti interessati che organizza sul suo prestigioso attico milanese festini a base di cocaina e non da ultimo un Consiglio superiore della magistratura che, travolto dagli scandali, nomina procuratore di Palermo un anziano magistrato piemontese che si rivelerà del tutto inadeguato al suo ruolo. «Il mio libro, lo voglio sottolineare – spiega Agnello – non vuole essere assolutamente un attacco alla magistratura, tutt’altro. Sarebbe sciocco pensare questo». Il procuratore livornese lo aveva quasi completato prima di trasferirsi in Toscana. Negli ultimi mesi ha limato solo alcuni dettagli: «In molti mi chiedono dove trovi il tempo – conclude – la verità è che, da quando ho assunto questo incarico, ne ho molto meno e infatti la pubblicazione abbiamo deciso di ritardarla. Ma ora, finalmente, ci siamo. Non vedo l’ora di presentarlo anche qui».
De Falco era stato protagonista anche del quarto romanzo di Agnello, “Un filo sottile” (2023). Prima ancora, sempre con “Edizioni Leima”, aveva pubblicato “Soldatini ribelli” (2017), “Verità ingannevoli” (2018) e “Il ritratto del demone” (2020). Una delle sue più grandi passioni, la scrittura, vista la sua esperienza decennale. Agnello torna quindi per la seconda volta sul suo personaggio, con tratto lieve ma con un occhio attento alla realtà, palermitana e non, dipingendo una trama avvincente e terribilmente credibile, con inquietanti riferimenti a quei tanti misteri che hanno caratterizzato la storia recente del nostro Paese, definiti con felice sintesi la «scatola nera della nostra incerta democrazia». Fra passato, presente e futuro, De Falco, con l’aiuto del fidato amico giornalista Gerlando Cascio, ingaggerà una titanica lotta con la parte peggiore di se stesso. E capirà finalmente che «tutto torna», parafrasando il titolo del libro.
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