Paolo Bonciani, anima e luce del maestro della fotografia che porta Livorno nel mondo
In corso la retrospettiva: ecco quando si può visitare
LIVORNO Si intitola “Sentire la luce” la mostra di fotografie di Paolo Bonciani alla Fondazione Livorno, aperta nei fine settimana fino all’8 giugno (si può visitare su appuntamento fino al 9 novembre telefonando allo 3398289470, coop Diderot) curata dal prof Giorgio Bacci. Sono 120 foto in grande formato, quasi tutte di due metri per due metri, che raccontano la carriera di questo fotografo livornese conosciuto in tutto il mondo. Bonciani la sente davvero la luce e si vede nelle sue foto, ma ha sempre sentito anche i sentimenti dei protagonisti dei suoi scatti: la fatica dei contadini e quella dei marinai, lo sforzo degli atleti, il sudore dei ballerini. Oltre alla salsedine del mare che nelle sue foto esprime sentimenti: nostalgia, violenza di uno spruzzo d’onda, la carezza che ne segue.
Il mondo rappresentato a partire dagli anni ’70 con la macchina fotografica nella mostra c’è tutto: il basket degli anni gloriosi, il rugby, la vela, i mezzadri della Valdicecina, il cantiere del Neri, le struggenti immagini del lungomare. Fino alla danza nel cui ambiente Bonciani è una celebrità. I più grandi ballerini hanno voluto essere ritratti da lui che sapeva cogliere i gesti e le posture più significative. «Sono contento di questa esposizione – dice Bonciani – ho fatto mostre in tutto il mondo, da Parigi a Mosca, le mie foto sono state dappertutto, e ora finalmente anche la mia città mi ha regalato questa retrospettiva. Mi fa più felice sentire dire che dietro il mio lavoro c’è poesia».
«Non ho mai fatto fotografie per avere riconoscimenti – continua – ma per allargare i miei orizzonti, per conoscere la realtà. Ero felice quando i contadini durante la trebbiatura mi invitavano a pranzo con loro dopo che li avevo fotografati, così come ero contento quando seguivo il corpo di ballo di Micha Van Hoecke durante le prove e le tournées. Ho dei ricordi bellissimi, la fotografia mi ha dato tante soddisfazioni». Oggi tutti fanno foto con i loro telefonini, ma Bonciani è affezionato alla vecchia reflex: «Con le nuove tecnologie puoi fare anche 150 scatti al secondo, poi selezioni e una foto buona prima o poi la trovi. Prima scattavi al momento giusto. Mi è piaciuto moltissimo fotografare la danza, non era una questione del corpo ma dell’anima. Tanti grandi artisti hanno accettato la mia collaborazione: sono riuscito a catturare la loro anima». l
Maria Teresa Giannoni