Gaia in concerto a Straborgo: il suo messaggio ai livornesi
Da Amici a Sanremo la cantante si racconta: «Stasera cantate, ballate, sfogatevi». E sulla Toscana dice...
LIVORNO. Arriva a Livorno per presentare il nuovo album, Rosa dei venti, Gaia, che si esibirà stasera, sabato 31 maggio, alle 22 a Straborgo. Da X Factor ad Amici, poi il festival di Sanremo negli anni la cantante si è imposta al pubblico con canzoni che sono diventate dei veri tormentoni, come “Chega” e “Chiamo io chiami tu”, passando per “Sesso e samba”. Ma nonostante la crescente popolarità, l’artista rimane umile, e non si accontenta di quella che chiama «la fama da selfie».
Gaia, Rosa dei venti è appena uscito. Cosa caratterizza il nuovo album?
«Il disco racconta la mia esperienza in questi primi vent’anni di vita. Mi racconta come estremamente istintiva, ma al contempo come una che vuole trovare un posto nel mondo, senza doversi incasellare, e con la possibilità di cambiare idea all’ultimo. È il modo di approcciare la vita a vent’anni, un giorno sai cosa vuoi fare, il giorno dopo vuoi riscrivere la tua destinazione. Il disco è una lettera d’amore, un diario di bordo dell’italiano, farlo è stato un momento di riscoperta della scrittura».
A proposito di Di Rosa dei Venti, cosa caratterizza il suo diario di vita?
«Probabilmente il fatto che sia aperto a tutti. All’inizio era una cosa che mi metteva in difficoltà, ma poi scrivere la mia vita e le mie sensazioni mi ha aiutato tanto. Rendere il diario personale pubblico, per quanto sia un ossimoro, mi ha anche liberata. Dato che c’è un overload di informazioni, che ci sono moltissimi artisti, e che il mercato potrebbe essere saturo, è importante sapere chi vuoi essere. E anche concedersi la possibilità di cambiare radicalmente».
Cosa significa avere vent’anni in quest’epoca in cui si è sovraccaricati dall’informazione, in cui il palco è pieno di artisti?
«L’informazione spesso è frastagliata e poco chiara, molto spesso modificabile e modificata, anche da chi dovrebbe avere una certa etica. Dobbiamo diventare critici del nostro modo di fruire dell’informazione, e avere un minimo di responsabilità etico-emotiva. Con tutto quello che succede nel mondo, come anche a casa nostra, si dovrebbe essere un po’ di più in prima linea, e responsabilizzarci su quanto accade. Siamo interconnessi oggi, ma senza regolamentazione per ciò che è fake news, non c’è filtro. C’è anche l’impatto emotivo di vedere certe situazioni, come Gaza, come le guerre in Sudan. Oggi ti arrivano molto di più, ma tra una pubblicità per dimagrire e lo swipe di una canzone. Dobbiamo definire come agire nei confronti di tutte queste informazioni».
Lei non si è mai fatta problemi a spendere parole a difesa della comunità Lgbtqia+. Domani inizierà il mese del Pride, che messaggio vuole mandare dal palco?
«Non mi sento nella posizione di mandare messaggi. Il mio modo di vivere e le scelte personali che faccio sono un atto politico. Seguo l’istinto e la libertà. Quello che auguro per me stessa e per le persone del nostro paese è innanzitutto che ci sia una regolamentazione per difendere le categorie marginalizzate dalla società, che oggi sono anche e purtroppo le persone non binarie. Che non vengono viste dallo Stato italiano. Oggi lo Stato vede come condizione unica la possibilità di identificarsi come uomo o donna, e non si fa quel lavoro in più per accogliere e tutelare le persone che in questa società patriarcale vengono non-viste e maltrattate».
Tornando a stasera, sarà la prima volta a Livorno? Che accoglienza si aspetta?
«A suonare è la prima volta, ma sono già stata a Livorno. Spero in un’accoglienza passionale. La gente deve ballare, cantare, sfogarsi e liberarsi. La Toscana mi piace particolarmente, mi state simpatici».
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