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Livorno, lo spreco della palazzina di via Curiel: la proprietà è pubblica ma nessuno la reclama

di Franco Marianelli
Livorno, lo spreco della palazzina di via Curiel: la proprietà è pubblica ma nessuno la reclama<br type="_moz" />

E' a Monterotondo, chiusa e abbandonata da troppi anni:  faceva parte dell’istituto Di Vestea,  usata come
lavanderia e magazzino

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LIVORNO.  La tubercolosi è vinta da tempo ma il Consorzio provinciale antitubercolare (la struttura pubblica chiamata a suo tempo a prevenire e a curare la malattia) nonostante si sia sciolto nel 1980 vive ancora nella proprietà dell’abbandonato immobile, con annesso giardino, posto a Monterotondo tra via Collinet, via Curiel e via della Fontanella.

Attenzione: non si tratta del centro di salute mentale “Basaglia” vivo e operativo, ma di quella sua apparente “dependance” confinante con lo stesso Basaglia, intorno alle tre vie di Monterotondo. In tempi di necessità di acquisire spazi sanitari, il recupero dell’immobile di circa 200 metri quadri (se non di più) e del giardino (oggi di fatto un giungla impenetrabile) della stessa grandezza, costituirebbe sicuramente un valore aggiunto per la tutela della salute dei livornesi.

Ma di chi è oggi? Inizialmente fonti Asl hanno assicurato che la struttura è del Comune. Dal conto loro gli uffici tecnici hanno però escluso questa possibilità. In seconda battuta, tramite una ricerca più approfondita, è stato appurato come l’edificio appartenesse, come peraltro il Basaglia, al consorzio (Cpa) i cui beni, al momento dello scioglimento, sarebbero passati alla Asl.

Il “sarebbero” è dovuto in quanto le procedure di passaggio (nonostante siano passati più di 40 anni) sono complicate e la registrazione del bene nel patrimonio della azienda sanitaria potrebbe ancora necessitare di qualche “timbro”.

Insomma, la procedura a distanza di 4 decadi non è ancora completata e l’edificio è chiuso e inutilizzato. E alla mercé dei vandali.

Tutto il complesso che interessa il Basaglia più l’immobile di cui si sta parlando faceva parte dell’istituto Di Vestea, un ente affiliato al Cpa che, in primis, si occupò di curare la Tbc ai bambini. Questo sino gli anni Sessanta. Poi negli anni ’70 lì furono invece ospitati minori con problematiche familiari. Le residenze erano collocate là dove oggi vivono gli ospiti del centro di salute mentale mentre l’ edificio oggi “orfano” di proprietà, custodiva i servizi annessi come la lavanderia e il magazzino. Con il passaggio della struttura centrale alla Asl viene inaugurato il Centro di salute mentale mentre la struttura di supporto viene abbandonata a se stessa.

Negli anni duemila homeless e punkabbestia ne fanno la propria residenza. Questo sino al 2010 quando su specifiche richieste degli operatori del Basaglia (la convivenza tra le due realtà era difficile) gli ingressi vennero murati costringendo gli indesiderati ospiti all’abbandono dei locali. Per gli appassionati di storia locale la villa appartenne alla famiglia di Otriade Chiappe e discendenti e ospitò pure lo studio del famoso pittore Guglielmo Micheli. Di recente qualcuno si è introdotto nel giardino e ha lasciato davanti all’ingresso una lampada raffigurante un putto danzante. Che sia un auspicio di nuova luce anche per l’edificio ?


 

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