Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, pestato e rapinato da due persone mentre va a buttare la spazzatura. Era già successo al fratello 13enne

di Stefano Taglione

	Un’ambulanza della Svs in via don Davide Albertario (foto d’archivio)
Un’ambulanza della Svs in via don Davide Albertario (foto d’archivio)

Vittima della violenza un ventiduenne davanti al centro sociale “Zanni Nadea”. Parla il padre del giovane

18 novembre 2024
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LIVORNO. È stato picchiato e rapinato da due persone mentre stava andando a buttare la spazzatura in via don Davide Albertario, nel rione di Corea a Livorno, davanti al centro sociale “Zanni Nadea”. Choc nel quartiere alla periferia della città, con un ventiduenne della zona aggredito «da due stranieri» – spiega il padre – analogamente a quanto avvenuto un anno e mezzo fa al fratello tredicenne, che era stato addirittura accoltellato da un ragazzo poco più grande di lui, sempre nella stessa strada.

Il racconto

L’episodio è avvenuto nella serata di giovedì scorso, attorno alle 23. Il ventiduenne, muratore e giardiniere, era appena sceso di casa per portare fuori i rifiuti, lasciandosi alle spalle il cortile e chiudendo il cancello che lo collega alla strada. L’aggressione, violentissima, è avvenuta dietro a un furgone parcheggiato proprio lì, in via don Davide Albertario, di fronte all’ingresso del centro sociale per anziani “Zanni Nadea”. Due le persone, di carnagione mulatta, che si sarebbero avvicinate al giovane. «Lo hanno picchiato con calci e pugni, colpendolo anche mentre era a terra – racconta suo padre –. Era indifeso, non poteva fare niente, lui mi ha detto che erano stranieri, non avrebbero pronunciato nemmeno una parola. Gli hanno rubato il portafogli con all’interno cento euro, per fortuna il cellulare glielo hanno lasciato, così mi ha potuto telefonare per chiedere aiuto».

I soccorsi

Il padre si è quindi precipitato fuori di casa, vestito con una maglietta e degli zoccoli, ciò che indossava in quel momento. «Ho trovato mio figlio a terra, immobile e dolorante – racconta – perché lo avevano colpito al volto, su un timpano e in varie parti del corpo, così abbiamo chiamato i soccorsi. Sono venute le ambulanze ed è sopraggiunta la polizia». Sul posto, per soccorrerlo e trasportarlo all’ospedale, i volontari su un’ambulanza, con l’automedica dell’Asl Toscana nord ovest con a bordo il medico e l’infermiere del 118. Poi una volante della questura, che ha avviato le indagini ascoltandolo. Nel frattempo, il ventiduenne, ha raggiunto il pronto soccorso di viale Vittorio Alfieri, dov’è rimasto «ricoverato per un giorno e mezzo in osservazione breve-intensiva, solo dopo è potuto tornare a casa», racconta ancora il genitore. «Subito dopo ho preso il motorino per cercare di ritrovare queste persone – sottolinea il babbo – ma, essendo con delle ciabatte, mi sono piantato una ruota sul piede e me lo sono di fatto aperto in due, quindi ho dovuto rinunciare a quest’intenzione. Ciò che è successo a mio figlio non è ammissibile: per fortuna lui è prestante, ha un buon fisico, e comunque ha retto alle botte, se c’era una ragazzina o una signora anziana che cosa poteva capitare?», si chiede l’uomo, che al Tirreno chiede di rimanere anonimo e ha raccontato «di aver scritto al sindaco Luca Salvetti perché questa zona, dove tutti noi ci aiutiamo l’uno con l’altro, adesso sta diventando veramente pericolosa. Non si può andare in giro tranquilli ed è un problema, perché è molto popolosa».

Il precedente

Nel marzo dell’anno scorso, proprio il fratello del ventiduenne, era stato accoltellato e rapinato del telefonino da un ragazzo poco più grande di lui, poi denunciato dai carabinieri, mentre portava in giro il cane. Un episodio accaduto a poche centinaia di metri di distanza. «Quando è successo anche all’altro mio figlio – prosegue il babbo – non ci potevo credere. È incredibile, siamo evidentemente sfortunati, ma questa zona non è sicura. Loro non hanno fatto niente per meritare questo. Non so veramente capacitarmi di quanto avvenuto».

Le indagini

Gli agenti della polizia di Stato, intervenuti in prima battuta con le volanti, sono già al lavoro per dare un volto e un nome ai banditi. «Io ho installato due telecamere nel cortile – racconta ancora il genitore – ma purtroppo non puntano lì. So che gli inquirenti hanno scaricato quelle del centro anziani “Zanni Nadea”, che si trova proprio di fronte al luogo della rapina, ma probabilmente la presenza di questo furgone parcheggiato può aver influito negativamente sulle riprese, speriamo comunque che altri impianti di videosorveglianza possano essere utili all’inchiesta». Del caso si stanno occupando i poliziotti della Squadra mobile di via Fiume. 


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