Livorno, Nuovo porto mediceo: lavori a gennaio 2025. Ecco come diventerà e cosa cambierà
Ristorante sull’acqua nell’ex caserma della polmare, piazza sul verde e passeggiata dai 4 Mori ai piloti
Livorno Con la fresca determina di palazzo civico di metà ottobre prosegue il completamento del cerchio verso l’obiettivo del nuovo porto turistico nel Mediceo.
Il passo precedente era stata la conferenza dei servizi del 30 settembre, da cui è uscito il via libera dei vari enti coinvolti: Agenzia delle Dogane e Monopoli, Asl, vigili del fuoco, genio civile, Sovrintendenza, Autorità portuale e Comune.
Cominciano così ad accendersi i motori per il permesso a costruire per la realizzazione dell’approdo turistico nel Porto Mediceo e Darsena Nuova, dunque dentro al porto cittadino, per le opere di completamento delle banchine, posti auto, parcheggio multipiano firmato da Marco Casamonti&Partners. L’inizio dei primi lavori è previsto per gennaio 2025.
Come noto sarà il gruppo internazionale D-Marin (nato nel 2003 in Grecia, controllato al 100% da CVC Capital Partners – fondo da 186 miliardi di euro di asset che lo ha acquistato nel 2021 –, con 150 milioni di euro di fatturto e 26 porti turistici in portafoglio, tra Spagna, Grecia, Turchia, Croazia, Montenegro, Croazia, Albania, Malta e Italia) a gestire, in partnership con Azimut Benetti, il futuro porto turistico.
40 anni di concessione
La concessione demaniale è arrivata a inizio anno, con la società Porta Medicea che avrà a disposizione l’area per quarant’anni con l’obiettivo di fare di Livorno la perla del diportismo nell’alto Mediterraneo. L’area misura complessivamente 121mila metri: vi troveranno posto oltre 600 posti barca di varia pezzatura che potremo contare all’interno di una superficie completamente riqualificata tra la Darsena nuova (quella del cantiere, dirimpetto agli Scali Novi Lena), l’ex bacino di carenaggio a lato del ponte dei Francesi davanti agli Scali Cialdini e il porto Mediceo fino al Molo Elba davanti all’Andana degli Anelli.
Il tutto, senza scordarsi dei circoli della nautica sociale, tramite un accordo datato 2021, con le barche dei soci che saranno trasferite a tariffe condivise nell’area più interna, quella cioè più vicina alla terraferma.
L’investimento complessivo è di 15 milioni, i lavori dureranno circa due anni e saranno eseguiti a step.
D-Marin
Nicolò Caffo, general manager D-Marin Italia, ha dichiarato che l’obiettivo è di espandersi, con l’idea di riprodurre, con i porti turistici, quanto hanno fatto le grandi catene di alberghi, come Sheraton o Four Seasons, andando a formare una rete integrata dove vengono forniti servizi di alto livello nel Mediterraneo.
D-Marin nel 2022 ha acquisito il primo porticciolo in Italia, a Lignano Sabbiadoro, allargandosi ulteriormente in Liguria grazie ad accordi con Azimut Benetti e Cozzi Parodi.
I lavori
Si stabilì da subito che sarebbe stata realizzata per prima la sezione della Darsena Nuova e subito dopo quella all’Andana degli Anelli, con una parte (non tutta) del Mediceo. All’Andana, la zona dove c’è anche la scalinata curvilinea per intenderci, saranno eseguiti i primi interventi con passerelle utili a far stazionare in maniera temporanea le barche, che dovranno essere spostate dalla Darsena dove nel frattempo partiranno i lavori.
La trasformazione
Ristorante a pelo d’acqua, parcheggio multipiano, servizi igienici lungo le banchine, pannelli solari e una piazza verde. Facendo finta di procedere a piedi dai Quattro Mori verso il porto Mediceo, si imboccherà il “ponte dei francesi” dove i locali che si incontrano, potranno – spiegano da D Marine –, se vorranno, spostarsi in un nuovo edificio (ne parliamo nel pezzo a fianco).
La camminata, prevede di arrivare fino alla punta dei piloti. Mentre il bacino di carenaggio, quello che troviamo guardando verso il basso dagli Scali Cialdini, sarà destinato alle barche dei circoli, con un parcheggio e punti di ristoro.
Andando verso il molo Elba, accanto all’andana degli Anelli, pergole ombreggianti con pannelli fotovoltaici e servizi igienici.
Oltre il ponte girevole, sull’Andana delle Ancore, parcheggi, uffici della marina, del porto e degli ormeggiatori, mentre l’ex hangar della Polmare sarà trasformato in un ristorante a vetrate di 220 metri quadri.
E poi lungo la banchina, in quella che viene chiamata piazza del Molo mediceo, ci saranno spazi verdi per trovare imfine il garage multipiano da 200 posti auto sui 547 totali previsti nell’intera superficie.
L’albergo, non previsto nella concessione e dai piani D-Marin e Azimut Benetti, riguarderà – se non ci saranno virate, Igd per le aree attigue (nella zona della ex Lips, nello specchio d’acqua della Darsena Nuova).
Barchette e punti di ristoro
Livorno Nicolò Caffo, raggiunto telefonicamente, commenta il via libera della conferenza dei servizi con soddisfazione: «L’esito positivo del permesso a costruire è uno step importante. Mancano ancora dei passi da compiere prima di posare la prima pietra: si tratta della finalizzazione del progetto esecutivo che deve essere approvato dall’Autorità Portuale, già peraltro discusso nei mesi scorsi. Poi, si passerà alla fase di gara e di assegnazione ai vari costruttori».
Caffo entra nel progetto: «Nulla cambia rispetto a quello originario, tranne qualche piccolo aggiornamento che riguarda la parte a terra. Per fare un esempio: un tetto a pensilina tutto a verde sopra il parcheggio multipiano che dovrà sorgere. Non appena saremo pronti con le varianti che ci sono state richieste, sarà tutto di nuovo presentato alla Authority che potrà così decidere, forse sin dalle prossime settimane, se darci il semaforo verde definitivo. Diciamo che rispetto alle ultime previsioni, stiamo slittando di un paio di mesi, un lasso temporale che era in preventivo».
C’è consapevolezza che si tratta di un ulteriore passo importante segnato in sinergia con Azimut, e Caffo attende solo la notifica a procedere. Da gennaio, ci sarà l’apertura quindi della marina procedendo a fasi. Si deve prevedere infatti la collocazione dei numerosi circoli nautici che verranno ospitati nella Darsena Nuova (la parte più interna, come abbiamo già detto), e i primi posti barca saranno disponibili a partire dalla metà del 2025, per avere l’intera operazione conclusa durante il 2026.
All’interno del porto turistico, D-Marine, porterà l’esperienza maturata in anni e tutta la tecnologia su cui ha investito. È ancora Caffo a spiegare: «I sensori da installare nelle imbarcazioni e che monitorano presenza di fumi, temperatura del vano motori, il livello batteria, presenza di acqua in sentina, la app per prenotare non solo scegliendo la marina presso la quale approdare, ma addirittura il posto barca desiderato evitando file agli uffici al momento dello sbarco. Concediamo ai nostri clienti annuali, una settimana di approdo gratuito in qualsiasi nostro porto, regalando in pratica una vacanza estiva a costo zero nel Mediterraneo. Non una cosa da poco conto, perché non riguarda solo chi ha mega yacht. Questo sarà un grande porto, che darà tante opportunità, per tutti. Conteremo 850 posti barca, di cui la metà andranno ai circoli livornesi. Poi, 440 commerciali, di cui solo una decina circa saranno per mezzi nautici sopra i 50 metri».
La riqualificazione dell’intera area conferirà grandi opportunità per la città attraverso l’indotto. I numeri di AssoMarina, dicono che le marine turistiche portano ricavi sette/ otto volte rispetto alla marina stessa. Un ecosistema che abbisogna di tanti servizi attorno. E attenzione, non si parla solo di aziende pur piccole di settore. Attorno alla marina, girano catering, bar, ristoranti, ma anche servizi floreali per fare un esempio. Tutte strutture che nasceranno all’interno e porteranno opportunità di lavoro.
Un dubbio, le scorse settimane, era nato sul futuro delle attività presenti sul ponte dei francesi.
Caffo, a domanda diretta, è chiaro: «La concessione a D-Marin non interessa le aree dove queste attività insistono e che hanno concessioni rilasciate dall’Autorità Portuale sulle quali non abbiamo alcun potere decisionale. Posso tuttavia dire che semmai volessero trasferirsi all’interno della nostra marina, potrebbero avere occasione di sfruttare spazi e situazioni che fanno già parte dei nostri progetti».
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