Il Tirreno

Livorno

L’indagine

Livorno, medico arrestato per violenza sessuale sui pazienti: da cosa è nata l’inchiesta e cosa rischia

di Stefano Taglione

	I carabinieri fuori dall’ingresso dell’ospedale di Livorno (foto d’archivio)
I carabinieri fuori dall’ingresso dell’ospedale di Livorno (foto d’archivio)

L’infettivologo, di Orbetello, in servizio da una ventina d’anni agli Spedali Riuniti, per ora è stato interdetto dalla professione per un anno e sospeso dall’Asl con taglio di metà dello stipendio. L’Ordine: «Difendiamo i principi di etica medica in caso di condanna uscirà dall’albo»

08 settembre 2024
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LIVORNO. L’Asl, dopo l’arresto, per il momento lo ha sospeso per un anno impegnandosi (come da contratto) a versargli metà dello stipendio. Ma ora, mano a mano che il procedimento penale andrà avanti, partirà anche l’iter disciplinare amministrativo. Che potrebbe portare al suo licenziamento. Oltre all’autorità giudiziaria si muoverà anche l’azienda sanitaria dopo i domiciliari per violenza sessuale disposti in regime di custodia cautelare al medico del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno, il sessantaduenne Claudio Pantini, accusato di aver abusato di alcuni pazienti. E – ma solo in caso di un’eventuale condanna definitiva –, l’Ordine procederà alla radiazione dall’albo.

Gli esposti

Se gli addebiti venissero confermati ci potrà essere la risoluzione del contratto di pubblico impiego. L’iter amministrativo, in ogni caso, è autonomo rispetto al lavoro dei magistrati, ma è chiaro che potrebbe comunque seguire gli stessi tempi o quasi, dato che sono gli inquirenti ad avere in mano le carte sull’operato dell’infettivologo originario di Orbetello, in Maremma, e da una ventina d’anni in servizio nel reparto guidato dal primario Spartaco Sani. Proprio quest’ultimo, nei mesi scorsi, dopo aver ricevuto un primo esposto scritto su Pantini ha subito informato l’Asl Toscana nord ovest (che ha poi interessato la procura), dando impulso all’inchiesta e collaborando con gli investigatori, che per gli accertamenti sono intervenuti anche nell’area sanitaria.

Inchiesta del Nas

Le indagini, delegate ai carabinieri del Nas di Livorno, sono coordinate dalla pm Alessandra Fera. Il tribunale, oltre ad aver disposto gli arresti domiciliari, ha interdetto il medico per un anno, fino al 9 agosto del 2025 (l’arresto è del 9 agosto scorso ndr), motivo per il quale almeno fino a quel momento non potrà esercitare la professione. Ricevendo la notifica dell’inchiesta a suo carico, l’azienda, lo ha poi sospeso fino alla stessa data con «un’indennità pari al 50% dello stipendio tabellare, nonché la retribuzione individuale di anzianità», si legge nel decreto firmato dalla direttrice dell’unità operativa semplice dipartimentale “Trattamento giuridico” dell’Asl Toscana nord ovest, Monica Desiderio. Il testo, privato per privacy dei dati dell’indagato, è stato poi pubblicato come da regolamento di trasparenza amministrativa sull’albo pretorio dell’ente di area vasta.

I possibili scenari

Nei prossimi mesi, se il quadro indiziario sarà confermato, la stessa Asl potrebbe scegliere di costituirsi parte civile, mentre il procedimento amministrativo disciplinare – come da testo unico sul pubblico impiego – avrà un percorso parallelo e, allo stesso tempo, a sé stante rispetto a quello della procura. Ma è ancora presto anche solo per ipotizzare questi scenari. Al momento, Pantini, è da ritenersi innocente ed è ben lontano dal subire un processo. L’Ordine dei medici di Grosseto, al quale è iscritto dal 1990, lo ha a sua volta sospeso dall’albo dei medici, così come disposto dal tribunale. Un passaggio, quello del consiglio, comunque obbligato.

Parla l’Ordine

Anche l’Ordine, oltre all’Asl, sarà chiamato a esprimersi. «Ma solo dopo un’eventuale condanna passata in giudicato – spiega la presidente dell’organismo di autogoverno della professione maremmano, Paola Pasqualini – e questo vale per ogni pronuncia della magistratura che vada a interessare l’etica, visto che noi siamo i difensori dei principi di etica medica, non solo per il caso specifico sul quale non posso dichiarare niente. La nostra sospensione è stata adottata in attesa di un giudizio definitivo e se ci sarà un’assoluzione lui potrà tornare a esercitare. Noi ci siamo adeguati, naturalmente, a quanto disposto dalla procura e se ci sarà una condanna seguirà la radiazione».

Le reazioni

Intanto arrivano le prime reazioni dopo la notizia pubblicata ieri dal Tirreno. «Questi atti, se venissero accertati – spiega il segretario dell’Anaao Asssomed Toscana, Gerardo Anastasio – oltre a rappresentare una gravissima violazione dei diritti umani, sono un tradimento imperdonabile del rapporto di fiducia che deve caratterizzare ogni relazione tra paziente e operatore sanitario, e in nessuna circostanza tali violenze possono essere tollerate o giustificate».

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