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Livorno, allarme colesterolo tra gli over 65. I consigli del medico per ridurre il rischio d’infarti e ictus

di Giulio Corsi
Livorno, allarme colesterolo tra gli over 65. I consigli del medico per ridurre il rischio d’infarti e ictus

L’ex primario di cardiologia Umberto Baldini: «Controllate i valori e tenete uno stile di vita sano»

19 ottobre 2023
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LIVORNO. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità nella popolazione anziana – nell’età compresa fra 65 e 74 anni – il 24% degli uomini e il 39% delle donne sono ipercolesterolemici, mentre il 36% degli uomini e il 38% delle donne è sulla soglia limite.

Si parla di ipercolesterolemia quando i valori di colesterolo rilevati nel sangue risultano al di sopra dei livelli considerati “normali”, ovvero 200 mg/dl (milligrammi per decilitro). Attualmente si preferisce però considerare non soltanto il colesterolo totale, ma anche i valori del colesterolo LDL e HDL e anche il loro rapporto.

«Particolare attenzione merita il colesterolo LDL che se presente in quantità eccessiva, tende a depositarsi sulla parete delle arterie, provocando la formazione di placche e il restringimento, cioè la stenosi, che ostacolano il flusso sanguigno o lo bloccano del tutto, causando sofferenza nei tessuti che non vengono più ossigenati adeguatamente», spiega il dottor Umberto Baldini, cardiologo, ex primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Livorno, che con l’attuale primario Emilio Pasanisi ha organizzato da oggi a sabato al Lem, il Congresso Cardiologico Nazionale Livornocuore 2023, giunto alla sua ventesima edizione, che porterà in città medici da tutta Italia.

L’ipercolesterolemia, che a Livorno è un problema che riguarda diverse migliaia di persone e può avere serie ripercussioni sul funzionamento del cuore, sarà uno dei temi trattati al congresso.

Rischio ictus o infarto

«Se le placche riducono l’afflusso di sangue nelle coronarie (le arterie che irrorano il cuore), può comparire una sintomatologia anginosa, l’angina pectoris, con dolore al torace e alle braccia di solito in concomitanza di uno sforzo o di uno stress», spiega Baldini

I rischi sono l’infarto o l’ictus. «Le placche aterosclerotiche – aggiunge l’ex primario – possono anche staccarsi dalla parete arteriosa formando un trombo che può ostruire completamente un vaso. Se il trombo occlude un vaso a livello cardiaco, provocherà un infarto del miocardio; se il vaso occluso è a livello cerebrale si avrà un ictus. Infine, se il trombo coinvolge i vasi degli arti inferiori insorgerà, mentre si cammina, dolore crampiforme al polpaccio o a livello di fianco e natica, che si riduce a riposo. Questo disturbo è definito “claudicatio intermittens”».

I valori

«I valori classicamente considerati accettabili sono un colesterolo totale minore di 200 mg/dl, un colesterolo LDL minore di 120 mg/dl e un colesterolo HDL maggiore di 40 mg/dl negli uomini, 50 mg/dl nelle donne», spiega il cardiologo livornese. «Sulla base di quanto detto prima in realtà, nei pazienti a rischio cardiovascolare aumentato per la presenza di uno o più tra i noti fattori di rischio (sesso maschile, età avanzata, ipertesi, diabetici, fumatori, obesi) i valori da raggiungere di Colesterolo LDL scendono a 70 o addirittura a 55 mg/dl».

Le terapie

Dal punto di vista della terapia da una parte abbiamo i soggetti in buona salute, con un rischio cardiovascolare basso: «Per loro possono in caso di necessità essere impiegati dei nutraceutici, che sono sostanze di origine naturale, per lo più vegetale, efficaci se associati ad una dieta adeguata, nel ridurre i valori di colesterolemia anche del 20-25%».

Dall’altra ci sono i soggetti con un rischio cardiovascolare aumentato «nei quali sarà necessario utilizzare farmaci molto potenti nel ridurre i valori della colesterolemia per portarla ai livelli considerati ottimali per un determinato livello di rischio (dalle statine e dall’ezetimibe agli anticorpi monoclonali e all’acido bempedoico) che in numerosissimi studi clinici hanno dimostrato di avere un impatto formidabile sulla riduzione degli eventi cardiovascolari».

La prevenzione

Fondamentale la prevenzione: «È importante tenere sotto controllo i livelli di colesterolemia attraverso regolari esami del sangue – dice Baldini –. Oltre a una predisposizione genetica (ipercolesterolemia ereditaria), esistono diversi fattori che possono contribuire all’aumento eccessivo di colesterolo nel sangue. Tra questi sovrappeso e obesità, mancanza di attività fisica, alimentazione errata. Anche alcune malattie, come il diabete, predispongono all’ipercolesterolemia; inoltre il livello di colesterolo LDL tende ad aumentare con l’età, soprattutto tra le donne. Infine il fumo può danneggiare i vasi, accelerando il processo di indurimento delle arterie».

«La prevenzione – aggiunge – è come sempre la strategia migliore e qualsiasi terapia si deve associare ovviamente a una modifica dello stile di vita mantenendo una adeguata alimentazione, controllando il peso corporeo, facendo regolare attività fisica, evitando il fumo attivo e passivo».


 

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