La Bce taglia i tassi, inizia una nuova fase per l’economia europea
Con la riduzione dei tassi d'interesse e nuove stime sull’inflazione, la Banca centrale europea apre alla possibilità di una svolta nella politica monetaria.
La Banca centrale europea ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e il tasso marginale al 2,40%. La decisione, approvata con un solo voto contrario, riflette la convinzione che l’inflazione stia finalmente tornando sotto controllo. Le nuove proiezioni indicano infatti che l'inflazione è destinata a stabilizzarsi intorno al 2% nel medio termine, centrando così l'obiettivo che Francoforte si era posta.
Fine del ciclo restrittivo: l’inflazione torna sotto controllo
Christine Lagarde ha dichiarato che l’attuale fase di stretta monetaria, avviata in risposta agli shock del Covid, della guerra in Ucraina e all’impennata dei prezzi energetici, si avvia alla conclusione. Secondo le previsioni aggiornate, l’inflazione media annua scenderà al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e tornerà al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso sono dovute principalmente a un raffreddamento dei prezzi energetici e a un rafforzamento dell’euro. L’inflazione core invece salirà leggermente, al 2,4% nel 2025, ma tornerà sotto controllo nei due anni successivi.
Crescita stabile ma incertezze globali: il nodo dei dazi
Le stime di crescita restano quasi invariate rispetto a quelle precedenti: +0,9% nel 2025, +1,1% nel 2026 e +1,3% nel 2027. Tuttavia, pesano le tensioni legate ai dazi e alle politiche commerciali internazionali, che potrebbero rallentare investimenti e esportazioni. Secondo la Bce, in caso di aumento delle tensioni, l’economia dell’Eurozona rischia un rallentamento superiore al previsto. Se invece le frizioni dovessero ridursi, la crescita potrebbe superare le attese. Fattori positivi sono rappresentati da un mercato del lavoro robusto, redditi reali in aumento e una spesa pubblica crescente in difesa e infrastrutture, che dovrebbero rafforzare la resilienza dell’economia europea nel medio termine.