Il Tirreno

Femminicidio

Uccisa dall’ex marito a Udine che scappa e muore in un incidente stradale: il braccialetto elettronico e il permesso per uscire due ore


	Agenti della polizia scientifica durante un sopralluogo (foto d'archivio)
Agenti della polizia scientifica durante un sopralluogo (foto d'archivio)

La donna, 46 anni, è stata uccisa in casa dove vive con il figlio dall’ex coniuge durante un permesso dagli arresti domiciliari

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Drammatico episodio di femminicidio a Udine, nella mattinata di oggi. In un appartamento al secondo piano è stato rinvenuto il cadavere di Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, cittadina tunisina. Il corpo presentava evidenti lesioni compatibili con un’aggressione compiuta tramite un oggetto contundente, che però non è stato recuperato sul luogo del delitto.

La ricostruzione

Le indagini si sono subito concentrate sull’ex marito della vittima, Mohamed Naceur Saadi, 59 anni, anche lui di nazionalità tunisina. L’uomo, nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari a Monfalcone, aveva ottenuto un permesso temporaneo di due ore, dalle 9 alle 11. Durante quel lasso di tempo avrebbe raggiunto l’abitazione della donna e l’avrebbe aggredita mortalmente.

A dare l’allarme sono stati alcuni residenti dello stabile, allarmati da urla e rumori provenienti dall'appartamento. Al momento dell’aggressione, il figlio minorenne della coppia non era presente in casa. Samia, nata il 16 luglio 1978, viveva da tempo in quell’appartamento assieme al figlio.

I domiciliari e il braccialetto elettronico

L’ex marito non avrebbe dovuto avvicinarsi alla donna, in quanto destinatario di un provvedimento restrittivo, motivo per cui era tenuto a indossare un braccialetto elettronico. Il dispositivo di controllo ha effettivamente rilevato il suo mancato rientro ai domiciliari nei tempi previsti, segnalando l’anomalia alle autorità competenti.

Lo schianto e la morte del femminicida

Poco dopo il delitto, la fuga dell’uomo si è conclusa con un tragico schianto: Saadi è deceduto in un incidente stradale avvenuto nel comune di Basiliano, dove la sua auto si è scontrata con un camion cisterna.

Sul posto del delitto sono intervenuti la polizia scientifica, il questore Domenico Farinacci e il pubblico ministero di turno, Luca Olivotto, per avviare le indagini e ricostruire con precisione l’accaduto.

Il contesto familiare difficile era noto a chi viveva nel quartiere. Come riporta Il Messaggero Veneto, uno dei vicini di casa, Massimiliano Di Fiore, ha commentato così l’accaduto: «Che ci fossero problemi si sapeva, ma non ci saremmo mai aspettati un epilogo così tragico. Lei era una persona gentile, tranquilla. Mi chiedeva sempre come stavano i miei genitori».

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