Autovelox, è pronta la lista: perché riattivarli adesso è un rebus e cosa può cambiare dopo la scadenza del 28 novembre
Contestazioni più facili grazie all’elenco sul sito del ministero, però resta da sciogliere il nodo autorizzazioni e omologazioni
GROSSETO. Il grande censimento degli autovelox è infine chiuso. I termini sono scaduti il 28 novembre, e chi non ha inserito le informazioni nella piattaforma dedicata, domenica, ha dovuto spegnere anche gli ultimi dispositivi eventualmente ancora attivi, e il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha quindi pubblicato l’elenco ufficiale. E adesso gli automobilisti tutti aspettano di sapere quali apparecchi verranno rimessi in funzione, dove e quando; e se, dato il nodo autorizzazioni/omologazioni, esiste una possibilità di contestare le sanzioni. Domande al momento senza risposte precise; con insito un rischio per chi già dovesse “cantar vittoria”.
Di cosa parliamo
Con ordine. Nel 2024 la Corte di Cassazione aveva stabilito che non sono valide le multe rilevate da dispositivi solo approvati ma non omologati. Comuni, prefetture e forze dell’ordine di tutta Italia hanno quindi ricevuto l’obbligo di comunicare chilometraggio esatto, direzione di marcia, estremi di approvazione od omologazione, matricola, marca, modello e versioni software. Una distinzione tecnica ma dirimente, che intanto ha aperto a tantissimi ricorsi; perché eventuali multe emesse da apparecchi non censiti diventano potenzialmente annullabili.
L’elenco degli autovelox è disponibile sul portale https://velox.mit.gov.it, e grazie all’apposita mascherina di ricerca è possibile ricavare la mappa della provincia: 31, al momento, tra Maremma e Amiata, quelli autorizzati. Proprio “autorizzati” è la parola chiave. Per tutti gli apparecchi (fissi o mobili che siano) sono necessarie sia l’autorizzazione che l’omologazione, e quelli che negli ultimi mesi sono stati dismessi non avevano o l’una o l’altra: non possono tornare in funzione finché non le ottengono entrambe.
E se non c’è?
Un’accortezza. Se l’autovelox che ha rilevato la violazione non compare nella lista si aprono margini per la contestazione, ma l’elenco è soggetto ad aggiornamenti: potranno essere aggiunti nuovi impianti così come segnalate rimozioni o spostamenti, o ancora infine corretti eventuali errori segnalati dagli enti locali. Per esempio, per quanto riguarda la Maremma in senso stretto, è destinato a scomparire un paio di occorrenze inserite da un Comune della zona nord prive di contenuti.
Vero è che se prima della creazione dell’elenco nazionale, infatti, il cittadino doveva richiedere l’accesso agli atti e incrociare le dita per avere risposte rapide e complete da parte del Comune o dell’ente proprietario della strada. Oggi la prova dell’irregolarità è immediata e accessibile a tutti: basta leggere il verbale e confrontarlo con la lista.
Quindi chi dà il via libera ai dispositivi? La prefettura, in quanto ufficio territoriale del governo, sul proprio sito ospita una pagina dedicata ai provvedimenti di individuazione dei tratti stradali nella provincia nei quali possono essere installati dispositivi per il rilevamento delle violazioni senza obbligo di contestazione immediata (ultimo aggiornamento martedì 8 luglio), e un’altra sezione dedicata ai servizi coordinati di autovelox sulla Ss1 Aurelia extraurbana principale da Follonica a Grosseto Sud, sulla Ss1 Aurelia exraurbana secondaria da Grosseto Sud al fosso Chiarone e sulla Ss 223 Senese da Grosseto a Petriolo (ultimo aggiornamento giovedì 4 settembre): giorno, ente operante e orario di servizio, settimana per settimana. Un caso a parte quelli al ponte sull’Ombrone (“Zona 30”), messi lì per far alzare a molti “piloti” i piedi dagli acceleratori.
Le associazioni
La prefettura, però, è un organo periferico del ministero dell’interno, non del ministero dei trasporti. È qui che entrano in gioco le associazioni di tutela. Aduc segnala che gli Interni hanno «inviato alcune circolari a Comuni e prefetti ribadendo, al contrario di quanto prevede la legge, che l’omologa può anche non essere considerata per la validità del dispositivi», mentre premettono poi da Federconsumatori che «al nostro sportello di Grosseto, per il momento, si sono presentati pochi casi di contestazione delle sanzioni, soprattutto perché si tratta di fare un’opposizione che consiste nel rimettersi nelle mani del giudice e del suo orientamento/intendimento; il quale, non essendoci una certezza normativa, è tutt’altro che scontato», spiegando che «dato il rischio che la multa non venga annullata, i multati preferiscono pagare la sanzione ridotta».
Perché è vero che la Cassazione ha stabilito che non sono valide le multe rilevate da apparecchi solo approvati ma non omologati, ma «le sezioni unite, che danno l’indirizzo, non si sono espresse»; e a contestare «si corre il rischio, trascorsi i tempi del giudizio (ci può volere anche un paio d’anni), di sentirsi dare torto; e quindi di dover pagare di più».
Per Federconsumatori valgono le avvertenze date a giugno in occasione dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni sull’installazione e l’utilizzo degli autovelox, introdotte dal decreto del Mit dell’aprile 2024: «Invitiamo, in ogni caso, i cittadini a segnalare eventuali situazioni anomale legate alla presenza di dispositivi non conformi o installati in modo irregolare, e a rivolgersi ai nostri sportelli per ricevere assistenza in caso di sanzioni sospette».
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