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Grosseto

Sanità: la storia

Il piccolo borgo toscano cerca il medico di famiglia, gli abitanti: «Pensiamo noi alle spese dell’ambulatorio»

di Matteo Scardigli
L'ambulatorio
L'ambulatorio

I camici bianchi in paese arrivano a rotazione da altre località ed esercitano per poche ore a settimana

17 novembre 2024
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SEMPRONIANO. C’era una volta il medico di famiglia: il dottore, che quando entrava in casa calava il religioso silenzio, che in ambulatorio era assistito come il prete dalla perpetua. In epoca di aggressioni al personale sanitario, di crisi delle aree interne dovuta allo spopolamento, e di emorragia di camici bianchi che in borghi – bellissimi ma isolati – non vogliono andare, in un paese – Semproniano – per il quale Asl non trova altra soluzione che mandare medici a rotazione da altre località c’è una minuscola ma volenterosa frazione – Cellena, oggi 70 anime – che ai dottori ha sempre fatto ponti d’oro. E non ha intenzione di cambiare abitudine.

Il racconto

«Nel 1998 c’era ancora il vecchio ambulatorio che era stato costruito dal Comune di Santa Fiora (prima che Semproniano facesse municipio a sé, ndr). I cittadini “insorsero”: da precedenti alienazioni avevamo ricavato soldi che la Regione aveva vincolato a servizi sul territorio, e con quei soldi realizzammo l’ufficio postale e un nuovo ambulatorio; il più bello dell’Amiata, interamente curato da noi degli usi civici», ricorda Gianni Bellini (già sindaco), che all’ultima assemblea della comunità ne è stato eletto ai vertici. Una villetta lungo la strada provinciale Cellena costruita in pietra locale, circondata dal verde e dalla possibilità di sostare con la macchina, tavolino all’aperto e un portico per quando piove, sala d’aspetto con il caminetto e una stanza insonorizzata per la privacy medico-paziente, arredato e confortevole. Chiuso.

«Qui, dove la popolazione oggi è piuttosto in là con gli anni, venivano pazienti anche dalle altre frazioni, poi il medico se ne andò; ma la struttura, che ospita anche i nostri uffici, è sempre disponibile, e non sono in pochi quelli (di Cellena ma, appunto, non solo) che vorrebbero tornasse in funzione», aggiunge Bellini. Le ragioni, ribadisce, di certo non mancano: «A Catabbio l’ambulatorio fu per una quindicina d’anni in un domicilio privato, a Semproniano la sala d’attesa oggi è strapiena».

La mappa

Ma nella nuova mappa dell’azienda sanitaria, Cellena non c’è: per l’ambulatorio di Semproniano i medici saranno disponibili ogni martedì dalle 9 alle 13 e il giovedì dalle 9 alle 14; il primo e il terzo martedì del mese il medico di medicina generale sarà disponibile anche a Catabbio dalle 15 alle 16, mentre ogni secondo e quarto martedì del mese riceverà all’ambulatorio di Petricci, sempre dalle 15 alle 16. 

Gli usi civici, però, non si arrendono. «Proprio in questi giorni, ora che abbiamo fatto il rinnovo delle cariche, stiamo valutando con l’assemblea come poter fare per far arrivare qui un dottore; e possibilmente tenercelo», conferma Bellini, che spiega: «La manutenzione della struttura, ordinaria (a cominciare dalle pulizie) e straordinaria, è tutta a carico nostro; così come le utenze e tutte le altre spese. Quando c’era il medico, nella stagione fredda si andava noi ad accendere il caminetto: il riscaldamento non manca, ma il fuoco fa anche compagnia. Per giunta – conclude – quando il dottore se ne andò volle lasciare al suo successore anche due stampanti». Una parola a chi sta cercando dove appendere il camice: avercene di ambulatori – e di pazienti – come a Cellena.

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