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Follonica, spaccio in pieno centro: 10 indagati. Il bar come “base”, i viaggi in monopattino e il sistema anti-controlli

di Redazione Grosseto

	(foto d'archivio)
(foto d'archivio)

La maxioperazione dei carabinieri nell’orbita di un locale della città: i militari sulle tracce di due pusher

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FOLLONICA. Dalle prime ore della mattina di oggi, mercoledì 3 dicembre, è in corso una operazione dei carabinieri della Compagnia del Golfo impegnati nella esecuzione di un’ordinanza restrittiva emessa a carico di dieci persone.

Le misure, che prevedono la custodia cautelare in carcere per tre dei dieci indagati e il divieto di dimora nei confronti degli altri sette, è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto su richiesta della Procura, per reati di spaccio in concorso di sostanze stupefacenti nel Comune di Follonica. 

Le indagini

Le attività svolte dai Carabinieri della città del Golfo sono iniziate a maggio, quando a seguito di alcuni servizi di osservazione e pedinamento, i militari avevano intercettato alcune cessioni di droga, effettuate da cittadini di origine straniera – risultati senza fissa dimora – a giovani del posto.

I primi riscontri avevano permesso di imbastire un’attività più strutturata, durante la quale i carabinieri si sono avvalsi anche di strumenti tecnici, e grazie alla quale è stato individuato un gruppo di cittadini di origine straniera, che quotidianamente si dedicavano allo spaccio di hashish e cocaina.

I due epicentri

Ad accomunare l’attività illecita svolta dai giovani pusher era il luogo di aggregazione usato come punto di ritrovo e come riferimento per gli appuntamenti con gli acquirenti: un noto bar della città, dove gli spacciatori si incontravano i consumatori e dove avveniva la “contrattazione”. Era lì, o nelle immediate vicinanze, che veniva definita la tipologia di sostanza da acquistare, il quantitativo e il prezzo. Le cessioni avvenivano poi nelle vicinanze del bar, dove clienti e spacciatori si appartavano per effettuare gli scambi.

Altro fattore che accomunava gli indagati è risultato essere una abitazione, poco distante dal bar in questione, alloggio dei pusher formalmente affittato a nome di quattro dei dieci indagati ma dove tutti loro vivevano.

Il bar e l’appartamento erano quindi i centri di gravità per gli indagati e gli assuntori: le cessioni di stupefacente avvenivano all’aperto, spesso all’interno di parchi pubblici e pinete non distanti dal bar. Gli spacciatori si spostavano a piedi o con l’uso di monopattini elettrici e biciclette portando a termine le consegne di dosi minime e parcellizzate di stupefacente, al fine di eludere eventuali controlli di polizia.

La ricostruzione

L’indagine si è sviluppata nel corso dell’estate, periodo di massima frequentazione turistica, durante la quale sono state documentate oltre 400 cessioni nei confronti di circa 50 diversi acquirenti, di cui alcuni residenti nel Comune, altri provenienti dai Comuni limitrofi ma anche turisti.
Le indagini hanno richiesto una ricostruzione dettagliata di numerosissimi, singoli episodi di spaccio in cui sono state esaminati e incrociati diversi elementi su cui si fondano le contestazioni avanzate dalla Procura da loro carico.
L’esecuzione del provvedimento rappresenta una risposta dell’Arma in tema di contrasto a un’attività illecita che ha contribuito anche ad alimentare una percepibile situazione di degrado e insicurezza in tutta la zona.

Gli sviluppi

Nei giorni precedenti alla esecuzione della misura, i destinatari sono stati sottoposti a interrogatorio preventivo, come da normativa vigente, dove sono state loro contestate  le condotte contenute nella medesima ordinanza. Attualmente, due tra i destinatari dell’ordinanza sono oggetto di ricerca da parte degli militari.

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