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Rocco, ora ti vogliamo “fast fast fast”

di Andrea Bruno Savelli
Rocco, ora ti vogliamo “fast fast fast”

Sono mancati un portiere e un grande attaccante: presidente, guarda al Napoli

09 giugno 2023
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Un po’ me lo aspettavo, forse lo temevamo tutti. Due finali, due sconfitte. E non è per fare i gufi. E neppure perché siamo provinciali o perdenti. Anche perché non lo siamo. Nessuno lo è a priori. È una questione di sensazioni, di statistica e di analisi. Andiamo per ordine: la prima Fiorentina di italiano non dava mai l’impressione di poter perdere, magari veniva sconfitta, ma le partite le “possedeva” e non ti lasciava mai il dubbio di poter subire un gol. Ripeto, poi li subiva, ma pareva sempre in controllo. Quest’anno è successo qualcosa, e questa squadra gioca, è padrona del campo, ma sembra sapere inconsciamente che da un momento all’altro può subire. E questa forse è questione di personalità. La statistica è terrificante, un macigno che ci portiamo sulle spalle tutti quanti noi tifosi Viola: iniziando il conto dagli anni ’80 la Fiorentina ha partecipato a 5 finali di Coppa Italia, una di Coppa Uefa, due di Supercoppa italiana, una di Conference. Nove finali in 43 anni. Una ogni 14. Vinte tre. L’analisi forse è la più semplice da fare: a questa squadra manca un portiere ed un centravanti. Con un portiere forte ed un centravanti dominante i risultati delle due finali sarebbero stati diversi.

Ma quello che sicuramente è vero è che ogni sconfitta è anche un’occasione. Se si usa la rabbia come carburante positivo si può trasformare il dolore in future gioie. Le occasioni però vanno costruite, sennò le sconfitte ti affossano e basta. Io vorrei tanto sentire di nuovo quelle parole che ci avevano fatto sognare, fast fast fast e money is not a problem. Veloce perché in un campionato alla deriva come questa Serie A è facile inserirsi tra le prime e riprendere a sognare in grande. Bastano un po’ di investimenti. Un po’ di quel denaro che quasi nessuno ha. Vorrei che Rocco avesse voglia di vincere subito, con le idee (Napoli docet) e con i soldi (è il presidente più ricco della lega). Questo lo scopriremo questa estate.

Intanto qualcosa si può già dire: di nuovi acquisti, l’unico che ha fatto benissimo è Dodò, gli altri quattro, cinque con Brekalo, rappresentano, purtroppo, per un motivo o per un altro, un fallimento. Le scelte del mister, in queste partite decisive hanno lasciato non poche perplessità. Sostituzioni strane, una considerazione su tutte, Barak, giocatore tra i più determinanti in area, ha fatto tre minuti in due partite. Poi i difensori, l’alternanza tra gli attaccanti, la gestione di Brekalo, e quella di Ikone. Mandragora sfinito e non sostituito a Praga. I dubbi sono tanti, compreso quel “non c’è problema” in risposta alla domanda sulla sua permanenza. Il problema è la tristezza negli occhi di un popolo e quell’ennesimo grido strozzato in gola. La soluzione è pescare nell’orgoglio, di quel popolo, del presidente e ripartire più forti di prima, non ascoltando gli sfoghi ma trasformandosi i giudizi in stimoli. Avanti, finché vivremo, sosterremo la Fiorentina e da domani siamo di nuovo ufficialmente in lotta per il terzo scudetto!

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