Il Tirreno

Firenze

Violenze su minori

Firenze, professore accusato di aver palpeggiato un ragazzino. E ora lo accusano altri studenti

di Pietro Barghigiani
Firenze, professore accusato di aver palpeggiato un ragazzino. E ora lo accusano altri studenti

Il caso di un docente dell’Iti Da Vinci che è stato sospeso a metà stipendio anche se ha fatto ricorso

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FIRENZE. Un uso disinvolto di apprezzamenti e richieste di informazioni sulla vita intima di studenti e studentesse. Ma anche un episodio di palpeggiamento verso un minorenne all’interno dell’istituto. Messi in fila, con dichiarazioni dei diretti interessati confermate anche davanti al personale scolastico, gli episodi contestati a un professore di scuola superiore si sono tradotti in un provvedimento di sospensione della durata di quattro mesi. Lui, docente precario con speranza di assunzione e utilizzato anche come insegnante di sostegno, ha impugnato l’atto che lo lascia a casa a metà stipendio. Il giudice del lavoro ha respinto la richiesta di revoca della sospensione rinviando all’udienza di maggio la decisione nel merito, non escludendo di sentire i minorenni coinvolti nella vicenda. L’insegnante ha un contratto a termine fino al 31 agosto 2025 con l’ITI “Leonardo da Vinci” di Firenze, ma gli episodi risalgono a quando lo scorso anno scolastico era in organico all’IIS Fermi di Firenze, che si trova nello stesso edificio.

Gli episodi

È il maggio 2024 il mese in cui avvengono i fatti che sono costati la sospensione a carico del docente che, al di là della situazione disciplinare, è reduce anche da uno stop a livello professionale: non ha superato l’anno di prova per l’assunzione. A suo dire in modo ingiustificato è stata firmata una «dichiarazione di inidoneità decretata dal dirigente scolastico a seguito dell’effettuazione di lezione simulata». Ma questo è un fronte superato. Ora deve fare i conti con un altro problema, le accuse mosse dalla scuola per quelle condotte «a sfondo sessuale, in particolare nel mese di maggio 2024, ponendo in essere conversazioni aventi ad oggetto i comportamenti sessuali degli studenti e delle studentesse, nonché comportamenti integranti molestie (aver toccato gli studenti come meglio specificato nella relazione allegata alla contestazione con specifico riferimento a tre alunni)».

L’indagine interna

Quell’approccio un po’ troppo confidenziale per diversi studenti è apparso eccessivo, ma soprattutto non richiesto. Volersi impicciare della sfera privata e intima di ragazzi e ragazze non è stato accolto come un segnale per fare gruppo e abbassare le barriere tra professore e studenti. La percezione, e secondo i racconti anche qualcosa di più, è stata quella di un’intrusione sgradevole nella propria vita da parte di un insegnante che prima ancora di impartire nozioni dovrebbe educare con l’esempio personale. L’indagine interna svolta dal dirigente scolastico ha ricostruito passaggi, situazioni e parole.

Ragazzino palpeggiato

Dopo essere stato palpeggiato dal prof, il ragazzino ha riferito l’episodio alla mamma e a un altro docente oltre a confermare tutto al dirigente scolastico. Altri due sarebbero i casi dei toccamenti al fondoschiena. Ci sono poi quelle che vengono definite conversazioni improprie. «Ti sei mai concessa, con chi e quando?» E ancora chiedeva a una studentessa «se volesse concedersi all’amico».

L’ordinanza

Nell’ordinanza di conferma della sospensione con rigetto del ricorso cautelare «risulta inoltre confermato il comportamento reiterato nei confronti di numerosi studenti consistito nel porre in essere “domande personali, intime e di carattere sessuale” riferito da otto ragazzi al dirigente scolastico». Per il Tribunale, anche tenuto conto del fatto - pacifico- secondo cui i comportamenti accertati non avevano la finalità di soddisfare impulsi di carattere sessuale, «gli stessi appaiono gravemente lesivi degli obblighi contrattualmente assunti risultando idonei a ledere la personalità morale degli studenti, causando disagio e turbamento. Sussiste quindi – allo stato- il fumus di proporzionalità della sanzione irrogata prevista “per atti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione” nei casi di particolare gravità».


 

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